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Il naufragio di Cutro e i buchi neri. Gli interrogativi sul ruolo della GdF

Cosa ha determinato i ritardi nei soccorsi delle Fiamme Gialle? Nella tragedia di Steccato hanno perso la vita almeno 94 migranti

Perché la Guardia di finanza ha accumulato così tanto «ritardo» nell'operazione di soccorso? Per quali motivi le Fiamme gialle non hanno comunicato la «posizione del natante» alla Capitaneria di porto dopo il loro mancato intervento? Sono alcune delle domande a cui la Procura di Crotone cercherà di dare risposta con l'inchiesta sui mancati soccorsi del caicco "Summer Love", naufragato lo scorso 26 febbraio davanti alle coste di Steccato di Cutro causando la morte di almeno 94 migranti.
Le indagini condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo di Crotone sono venute alla luce giovedì mattina con le perquisizioni disposte dal sostituto procuratore Pasquale Festa nelle sedi di Gdf e Guardia costiera. Sei le persone finite sotto accusa: Alberto Lippolis, il 48enne tenente colonnello e comandante del Roan (Reparto operativo aeronavale) della Guardia di finanza di Vibo Valentia; Antonino Lopresti (52 anni), luogotenente del Roan; e Nicolino Vardaro (49), comandante del Gruppo aeronavale dei finanzieri di Taranto. Devono rispondere di rifiuto di atti d'ufficio e di concorso in omicidio colposo e naufragio colposo. Mentre sono state secretate le generalità degli altri tre indagati così come le contestazioni che gli vengono mosse. Diversi i punti oscuri della vicenda. Su tutti, il pm cita quanto verificatosi all'indomani della strage del mare, quando gli inquirenti - nel cercare di «acquisire le comunicazioni di servizio intercorse tra gli operatori della Gdf impegnati nel servizio quella notte» - non hanno trovato «alcuna traccia di audio».

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