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Crotone, contributi illeciti dalla Regione: in tre dovranno risarcire

I fari su una società pitagorica. Tra i condannati dalla Corte dei conti figura anche una consulente della Cittadella

Fatture per operazioni inesistenti, mancato pagamento per intero delle somme per le quali venne chiesto il rimborso e acquisto di macchinari non nuovi di fabbrica. Con queste accuse la sezione giurisdizionale della Corte dei conti regionale ha condannato i due amministratori della società Marenostrum di Crotone a pagare, a titolo di danno erariale, 166.917,48 euro alla Regione. Contestualmente, i giudici contabili hanno imposto all'ingegnera incaricata dalla Cittadella di Catanzaro a corrispondere a quest'ultima 68.535 euro come risarcimento danni. È stato questo l'esito del processo bis per responsabilità erariale a carico della Marenostrum dopo che la sezione d'appello Corte dei conti, nei mesi scorsi, aveva annullato con rinvio ad un altro giudizio di primo grado l'assoluzione di entrambi i titolari dell'azienda. Il procedimento è scaturito dalle indagini condotte dalla Guardia di finanza di Crotone sui contributi comunitari a sostegno della pesca che la Marenostrum, nel 2012, si sarebbe intascata illecitamente dalla Regione.

La società, ripercorre il collegio presieduto da Luigi Cirillo, chiese il rimborso di fatture pari a 417.715 euro per degli investimenti effettuati in precedenza. Ma la Corte dei conti ha ravvisato delle presunte «irregolarità» commesse dall'azienda che sarebbero state messe in atto per percepire indebitamente i sostegni economici: dall'«interposizione fittizia nella vendita di una serie di macchinari» - evidenziano i togati - al «rigonfiamento di prezzi», dal «mancato pagamento di assegni» all'«acquisto di beni non nuovi di fabbrica», fino ad arrivare al «mancato pagamento dei fornitori per le cui fatture è stato chiesto il contributo».

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