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Crotone, “Gente d'Aspromonte”: Procopio dal carcere ai domiciliari con braccialetto elettronico

È passato dal carcere agli arresti domiciliari con l'obbligo del braccialetto elettronico Francesco Procopio, il 39enne di Melissa finito in manette lo scorso 30 maggio nell'ambito dell'inchiesta antidroga "Gente d'Aspromonte" coordinata dalla Dda di Bologna. Si tratta dell'operazione con la quale la Guardia di finanza, con l'esecuzione di 39 arresti, ha sgominato una presunta organizzazione di narcotrafficanti - formata da reggini e crotonesi - dedita al trasporto e allo spaccio di cocaina, hashish e marijuana lungo l'asse Calabria-Emilia Romagna. Il Tribunale del libertà di Bologna, accogliendo la richiesta degli avvocati Tiziano Saporito e Maurizio Bubbo che difendono Procopio, ha disposto una misura cautelare meno afflittiva nei confronti dell'indagato. Il quale, deve rispondere di associazione a delinqure finalizzata al traffico di stupefacenti in quanto ritenuto uno dei corrieri della droga più attivi del gruppo criminale. La tesi dei due legali esposta davanti ai giudici del Riesame è stata centrata su quanto accadde a giugno 2021, quando Procopio andò ai domiciliari su decisione del Tribunale di Crotone dopo essere stato arrestato perché "pizzicato" in possesso di 1 chilo e 200 grammi di cocaina. E in quell'occasione, hanno ribadito gli avvocati Saporito e Bubbo, il 39enne «aveva già dato prova di autodisciplina». La Procura antimafia felsinea contesta all'indagato ben 13 capi d'accusa. Tra questi, figurano numerosi episodi di trasporto di sostanze stupefacenti: 50 chili di cocaina; 15 di cocaina; poi altri 30 chili di cocaina; 30 chili di cocaina; 7 chili di cocaina; 59,8 chili di hashish; e infine 30 chili di hashish.

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