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'Ndrangheta, il blitz di Crotone. Accordi opachi sulla gestione dei rifiuti

Negli atti dell’inchiesta Glicine/Acheronte riostruito il sistema per “declassificare” l’ organico prodotto in Calabria. Le esortazioni di alcuni dirigenti della Regione ai Comuni. Differenziata "vanificata"

Chi impartiva quelle disposizioni sosteneva si trattasse del «male minore», perché altrimenti, a suo dire, i rifiuti sarebbero rimasti «per strada». Ma per i calabresi, specie per quelli diligentemente abituati a fare la differenziata, è una beffa. Perché per un periodo non proprio breve – pare almeno un anno e mezzo – tra il 2018 e il 2019 in molte zone della Calabria i rifiuti organici, cioè l’umido, sono stati declassificati in modo da poterli «miscelare con i rifiuti solidi urbani indifferenziati», di fatto «vanificando la raccolta differenziata e incrementando la percentuale di rifiuti da smaltire in discarica». Differenziare l’umido, in quel periodo, è stata insomma una pratica inutile. Una doppia beffa, a dirla tutta, perché il “declassamento” veniva effettuato solo per il conferimento negli impianti mentre le stesse quantità venivano conteggiate nelle percentuali di raccolta differenziata che i Comuni trasmettono all’Arpacal.

La circostanza, evidentemente nota tra gli “addetti ai lavori” ma non certo ai cittadini, emerge dalle carte dell’inchiesta “Glicine-Acheronte” che la Dda di Catanzaro – se ne sono occupati i sostituti Paolo Sirleo e Domenico Guarascio oltre al procuratore Nicola Gratteri – ha condotto contro le cosche del Crotonese e un presunto comitato d’affari in cui non mancano i nomi eccellenti. Della pratica di declassare l’umido, dovuta all’incapacità degli impianti di trattamento esistenti di ricevere tutto quello che veniva prodotto con la differenziata, aveva parlato nell’aprile del 2019 il colonnello dei carabinieri Giorgio Maria Borrelli – fino allo scorso aprile comandante regionale dell’Arma Forestale – davanti alla commissione parlamentare d’inchiesta sulle Ecomafie venuta in audizione a Reggio. «Da un anno e mezzo a questa parte, visto il surplus di raccolta differenziata, molti Comuni – dichiarò Borrelli – stanno operando un declassamento della frazione umida, quindi l’umido, tanto per intenderci, viene considerato rifiuto o generico, con due codici Cer differenti».

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