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'Ndrangheta, il blitz di Crotone. Assunzioni nelle società comunali: Sculco aveva "il controllo assoluto"

Nelle carte dell’operazione il ruolo dell’ex consigliere regionale che dettava legge su “Congesi”, “Akrea” e Crotone-Sviluppo

“Akrea”, “Congesi” e “Crotone Sviluppo”. Enzo Sculco aveva il «controllo assoluto», delle società partecipate del Comune di Crotone. Lo sottolineano i magistrati della Dda nell’inchiesta "Glicine Acheronte": l’operazione che, con 43 misure cautelari eseguite martedì dai carabinieri, ha inferto un colpo alla cosca Megna di Papanice, oltre a smantellare un presunto comitato d'affari formato da politici, imprenditori e persone in odor di 'ndrangheta, che avrebbe gestito gli enti pubblici crotonesi per fini elettorali.
I pm, Paolo Sirleo e Domenico Guarascio, si sono soffermati sulle «pressioni» che l’ex consigliere regionale e leader dei Demokratici (agli arresti domiciliari) avrebbe esercitato sulle aziende in house per far assumere personale da lui segnalato. Su tutti, i militari dell'Arma del Ros hanno annotato «un inquietante connubio» tra «politica e criminalità organizzata» per "piazzare" in Akrea (la società che gestisce la raccolta rifiuti) Maurizio Del Poggetto (in carcere), legato al clan dei papaniciari. Nel mirino è finita la riunione del 12 novembre 2018 tra Sculco e il presidente della partecipata, Rocco Gaetani (deceduto nel 2019), per discutere delle «problematiche» relative «all'assunzione» nell’Akrea degli addetti ex Akros, la società mista fallita nel 2016. Il riferimento è agli operai che sette anni fa non transitarono nell'Akrea dopo il crac della propria impresa. Da qui l’«ingerenza nelle assunzioni» di Sculco, la discussione con Gaetani, la «pressione» esercitata dal consigliere comunale di maggioranza Giuseppe Pucci (indagato), del movimento “Crotone in rete”, verso l'allora assessore al Bilancio del Comune pitagorico affinché «agisse» sul presidente per favorire il reclutamento nell’Akrea di Del Poggetto, cognato di Pucci.

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