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Catanzaro, il 118 senza medici. L’Asp proroga i contratti ai liberi professionisti

Servizio sempre sull’orlo del collasso proprio per la mancanza di personale. Critiche all’idea di lasciare sulle ambulanze solo gli infermieri

La carenza di medici nel Sistema di emergenza-urgenza «comporta un pesante disservizio che condiziona negativamente l’organizzazione del lavoro, rendendo difficoltosa la continuità lavorativa e assistenziale e il mantenimento dei livelli essenziali di assistenza». Insomma, il 118 ha bisogno di medici. Ad affermarlo è la stessa Asp, che proroga i contratti a quattro liberi professionisti, “in barba” evidentemente a quanto sta emergendo da alcuni simposi (come quello dei giorni scorsi a Vibo) nei quali si sostiene che il medico possa anche non essere a bordo di un’ambulanza, ritenendo sufficiente un infermiere formato e in contatto con un medico della Centrale operativa.

Una tesi aspramente criticata dallo Smi, il Sindacato medici italiani, ma anche dalla consigliera regionale Amalia Bruni che ha sollecitato assunzioni per fare fronte a una carenza che sa di smobilitazione. Del resto la tendenza è in atto da anni, con i tagli alle indennità orarie per le prestazioni aggiuntive dei medici convenzionati, la loro ridefinizione, che ha suscitato più malcontento che altro, e una situazione attuale tutta da decifrare. A risentirne è il 118 dal quale molti medici convenzionati hanno scelto di “scappare”, preferendo incarichi meglio remunerati. Anche perché la disparità contrattuale, a parità di responsabilità, con i colleghi medici dipendenti del Ssr è sempre stata evidente, non solo in termini di benefit e riconoscimenti contrattuali ma anche di retribuzione oraria, sensibilmente più bassa per i convenzionati.

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