Lido conteso a Catanzaro, anche in appello cadono le accuse per l’ispettore

Non ci fu alcun tentativo di concussione da parte dell’ispettore di polizia Giovanni Mellace. Anche la Corte d’Appello infatti ha confermato il non luogo a procedere che era stato deciso dal gup di Catanzaro esattamente un anno fa, il 5 luglio del 2022. Ieri la Corte, presidente Alessandro Bravin e a latere i giudici Maria Rosaria di Girolamo e Assunta Maiore hanno respinto il ricorso che era stato presentato dalla Procura della Repubblica. Mellace, difeso dall’avvocato Francesco Gigliotti, nei giorni scorsi aveva ottenuto un ulteriore successo davanti alla giustizia amministrativa. Il Consiglio di Stato infatti aveva accolto il ricorso per annullare il trasferimento alla Questura di Reggio Calabria che era stato deciso per l’ispettore coinvolto nella vicenda giudiziaria. Mellace era infatti finito in un’inchiesta della Procura, che ruota intorno alla contesa di uno stabilimento balneare ubicato nel quartiere Lido di Catanzaro, il “Lido Jonio ce l’hai”. Per quella stessa vicenda il gup di Catanzaro aveva assolto l’imprenditore Giuseppe Valentino, che aveva optato per il rito abbreviato.
Secondo la ricostruzione della pubblica accusa, Valentino, titolare del lido, avrebbe spinto l’ispettore di polizia ad avvicinare Nello Grampone che da alcuni anni gestiva lo stabilimento di proprietà di Valentino. A lui Mellace avrebbe chiesto informazioni sulla sua presenza in Questura dove in effetti proprio in quei giorni Grampone si era recato per sporgere denuncia per alcuni episodi delittuosi che gli erano accaduti. L’ispettore, sempre secondo la Procura, avrebbe riferito a Grampone di sapere che il suo contratto di locazione stava per scadere e avrebbe aggiunto di essere interessato a subentrargli.