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'Ndrangheta a Crotone, inchiesta "Glicine-Acheronte": torna in libertà Sandro Oliverio Megna

Il 49enne era stato arrestato con l'accusa di associazione 'ndranghetistica per aver gestito e imposto insieme ad altre persone coinvolte nell’inchiesta – per conto della cosca Megna di Papanice - i servizi di guardiania e di vigilanza sia allo stadio Ezio Scida durante le partite del Crotone calcio, sia ai locali notturni della città

È tornato in libertà Sandro Oliverio Megna, il 49enne di Crotone finito in manette nell'ambito dell'operazione "Glicine Acheronte" coordinata dalla Dda di Catanzaro venuta alla luce lo scorso 27 giugno con 43 misure cautelari eseguite dai carabinieri. Oggi il Tribunale della libertà di Catanzaro, accogliendo il ricorso presentato dall'avvocato Fabrizio Salviati, che difende l'indagato, ha annullato l'ordinanza con la quale il giudice per le indagini preliminari distrettuale, Antonio Battaglia, ha disposto la misura cautelare detentiva nei confronti di Sandro Oliverio Megna. Il 49enne, come si ricorderà, è stato arrestato con l'accusa di associazione 'ndranghetistica per aver gestito e imposto insieme ad altre persone coinvolte nell’inchiesta – per conto della cosca Megna di Papanice - i servizi di guardiania e di vigilanza sia allo stadio Ezio Scida durante le partite del Crotone calcio, sia ai locali notturni della città.

Il tutto, per la Procura antimafia di Catanzaro, sarebbe avvenuto anche «mediante la creazione di apposite società di vigilanza o avvelandosi di società fuori sede ma gestendo comunque in maniera occulta i servizi offerti», e «fornendo personale proprio e sovraintendendo a tutte le attività inerenti il servizio di vigilanza». Non solo. Secondo la tesi investigativa, il presunto gruppo criminale addetto alla “security” si sarebbe prodigato pure per risolvere «le controversie» fra i sodali del clan per poi rimanere «a disposizione della cosca per sovraintendere anche altre attività» come «gli investimenti nel settore della ristorazione». Col blitz "Glicine Acheronte", i pm dell'antimafia si dicono convinti di aver disarticolato il clan Megna che s'era riorganizzato dopo la scarcerazione del boss Mico Megna, e di aver smantellato l’ipotizzato comitato d'affari che avrebbe influenzato le istituzioni pubbliche per fini elettorali.

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