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Catanzaro, il “Pugliese” come Casa di comunità: torna in auge il progetto originario

La nascita della “Dulbecco” potrebbe portare a un diverso utilizzo della struttura

Il prospetto di riorganizzazione della rete sanitaria territoriale e ospedaliera che il presidente della Giunta regionale Roberto Occhiuto ha presentato mercoledì sembra poter riservare a Catanzaro ciò che già dal 2018 si auspicava. Quando, infatti, la struttura commissariale della Sanità calabrese era ancora guidata da Massimo Scura, il dibattito sull’unificazione delle aziende ospedaliere “Pugliese-Ciaccio” e “Mater Domini” portava con sé l’esigenza di definire il futuro dell’attuale sede dell’ospedale “Pugliese”, dal momento che il piano di cui già allora si parlava e che a tutt’oggi è ancora in piedi prevedeva la nascita di una nuova “piastra” ospedaliera nell’area del Policlinico necessaria a garantire la fusione funzionale dei nosocomi e il conseguente incremento dei posti letto.

Per il “Pugliese”, al tempo erano stati rinvenuti circa 25mln di euro per trasformarlo in Cittadella della Salute, ma la mancata definizione della fusione portò ad un nulla di fatto.

Ora che la fusione è realtà ed è nata la “Dulbecco”, il progetto di dotare Catanzaro di una moderna Casa di Comunità Hub, per seguire la nomenclatura attuale, torna a essere una possibilità concreta perché alla base di quell’idea progettuale c’era, e c’è ancora, la considerazione che si trattasse della decisione più utile, efficace ed efficiente sia per rispondere alle esigenze sanitarie della popolazione cittadina, sia per non abbandonare una struttura enorme nel cuore della città, sia per alleggerire il carico sulla “Dulbecco” derivante dalle prestazioni sanitarie più semplici (codici bianchi e codici verdi del Pronto Soccorso, ad esempio, o interventi in day hospital in elezione) e per fornire ulteriori servizi al cittadino: dai poliambulatori specialistici, ai laboratori analisi, dalla riabilitazione alla terapia del dolore, una Casa di Comunità può rispondere a importanti bisogni socio-sanitari migliorando, al contempo, la distribuzione territoriale dei servizi e l’ottimizzazione delle risorse.

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