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Mancata raccolta domenicale dei rifiuti, il comune di Crotone cerca di correre ai ripari

Traballa la poltrona del presidente della società partecipata

Il Comune di Crotone cerca di correre ai ripari per evitare che domenica si ripeta quanto avvenuto la scorso fine settimana quando i rifiuti sono rimasti nei cassonetti (e accanto a questi). Gli amministratori hanno infatti chiesto alla società Akrea di effettuare il servizio nonostante la decisione dei lavoratori di incrociare le braccia sia nelle domeniche, che nei giorni festivi sulla base di quanto disporrebbe il contratto di servizio.
E di fronte a tale istanza, l’azienda in house si sarebbe detta disponibile a non lasciare per strada - almeno per il 16 luglio - la spazzatura visto l’incremento della produzione di immondizia che si registra durante il fine settimana. Si tratterebbe, però, di una soluzione-tampone dal momento che continuano a rimanere i malumori dei lavoratori nei confronti dell'amministrazione guidata dal sindaco Vincenzo Voce. Ma lo sciopero improvvisato sabato scorso dalla rappresentanza sindacale aziendale dell'Akrea (formata da Cisl, Uil, Fiadel e Cobas) che ha portato i dipendenti ad astenersi dal lavoro domenica 9, potrebbe costare caro tanto al presidente della partecipata, Antonio Bevilacqua, quanto al resto del Consiglio d'amministrazione dove siedono Maurizio Vulcano e Giuseppina Affatato.
Pare infatti (nonostante la nota del Cda della partecipata che ha preso le distanze dalla protesta) che il primo cittadino contesti al numero uno della società pubblica la responsabilità per quanto accaduto che fa ha creato diversi disagi, specie sul lungomare. Bevilacqua – che nel frattempo ha avviato l’iter disciplinare a carico di 14 operai scioperanti – sembrerebbe sulla graticola, vicino alla rimozione per mano del sindaco. Così come sarebbero in bilico pure gli altri due consiglieri del Cda per i quali non sono da escludere le loro dimissioni.
In questo modo, l'Akrea si ritroverebbe in mano ad un management nuovo di zecca proprio nel momento più difficile per la controllata, in quanto non è lontano il subentro nel servizio del gestore unico regionale. La presa di posizione di domenica sarebbe stata l’ultima goccia che avrebbe fatto traboccare l’acqua, dopo mesi di incomprensioni e rapporti non sempre idilliaci tra i vertici aziendali e la giunta Voce.

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