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Pizzo, ultimatum ai lidi che non pagano la Tari: protestano i gestori degli stabilimenti

Il Comune ha dato 60 giorni di tempo per regolarizzare, altrimenti scatterà la sospensione della concessione

Sui balneari incombe la scure della sospensione delle concessioni…e monta subito la protesta della categoria. Da giorni fioccano infatti le Pec con le quali Palazzo San Giorgio dà 60 giorni di tempo per regolarizzare le inadempienze tributarie o i lidi potrebbero chiudere. Le concessioni rappresentano un aspetto fondamentale per lo sviluppo del settore turistico e balneare del territorio; tuttavia, però, recentemente si è sollevata l'attenzione riguardo al rischio di sospensione per coloro che non risultano in regola coi pagamenti dei tributi al Comune. In particolare le situazioni poco chiare riguardano la Tari: «Ci chiedono circa 30mila euro – protesta il titolare di uno stabilimento – (naturalmente la cifra cambia in prospettiva di ogni struttura in esame: n. d. a.) ma noi lavoriamo giusto quei 15 giorni l’anno. Non sarebbe opportuno valutare anche questo aspetto? Già solo per lettini e ombrellone quanto dovremmo chiedere per poter riuscire a pagare i dipendenti e fronteggiare anche i tributi e le spese di gestione? Eppure i nostri prezzi sono i più accessibili del Vibonese perché andiamo incontro alle esigenze dei bagnanti».
Qualcuno infatti piuttosto che rincarare sul prezzo (che resta approssimativamente sulle 20 euro) ha voluto eliminare il parcheggio coperto (che incide sul volume e sul computo della tassa) preferendo ridurre lo spazio su cui viene calcolata la Tari, «un servizio di 2 euro – spiegano – per la sosta senza tempo, ed i bagnanti lasciavano l’auto al fresco ma abbiamo preferito sopprimerlo, proprio per cercare di eliminare costi per noi gravosi. Sicuramente ci sono ritardi nei pagamenti ma devono spiegarci come sono stati calcolati alcuni importi».

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