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Crotone, il monumento dedicato ai Fratelli Bandiera nel degrado: i volontari gli restituiscono decoro

L’iniziativa, in concomitanza con l’anniversario dello sbarco degli eroi risorgimentali, presso la foce del Neto nel 1844, è stata promossa nei giorni scorsi dalle associazioni “Verso il Cambiamento”, la “Scuola Guardia Krotoniate”, e “Crotone Libera”

Al motto "pochi ma buoni", ma anche parecchio ostinati e coraggiosi, una decina di volontari di buon ora, stamattina hanno risposto all’appello di restituire dignità e decoro al monumento dedicato ai Fratelli Emilio ed Attilio Bandiera, sito in località Cantorato, lungo la statale 106. L’iniziativa, in concomitanza con l’anniversario dello sbarco degli eroi risorgimentali, presso la foce del Neto nel 1844, è stata promossa nei giorni scorsi dalle associazioni “Verso il Cambiamento”, la “Scuola Guardia Krotoniate”, e “Crotone Libera”; armati, di guanti rastelli e tagliaerba il manipolo di volontari che si è poi ulteriormente ridotto a sette temerari, ha sfidato il caldo torrido della giornata odierna per assolvere al compito di dare finalmente decoro al monumento; la calura e la temperatura che ieri ha sfiorato i 40 gradi, ha indubbiamente scoraggiato una partecipazione più ampia, e tenuto lontani anche gli abitanti del piccolo agglomerato urbano di Cantorato che si estende attorno al monumento dei Fratelli Bandiera.

Protagonisti della lodevole azione: Antonio Giardino, Antonio Parrotta, Francesco Tisci, Fabrizio Meo ,Giancarlo Satiro e Giuseppe Tisci. La scalinata ed il piazzale che caratterizzano l’architettura moderna della struttura, sono stati ripuliti dai rifiuti e liberati soprattutto dalle erbacce ed i rovi che l’infestavano che lo deturpavano e davano un senso di totale abbandono ed incuria. Un delitto di memoria nei confronti dei fratelli Bandiera che nel tentativo di supportare l’insurrezione della popolazione calabrese il 13 giugno 1844 , disertando la Marina da guerra austriaca, partirono da Corfù alla volta di Crotone, con 17 compagni di avventura; il 16 giugno toccarono terra e nel tentativo di ridare fiato alla rivolta scoppiata a Cosenza si incamminarono verso la Sila; traditi e condannati a morte, vennero fucilati all'alba del 25 luglio, nel Vallone di Rovito, alle porte di Cosenza.

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