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Catanzaro, l’ombra dei rom sul voto delle elezioni regionali del 2014

Le intercettazioni allegate all’inchiesta Glicine Acheronte. Un candidato avrebbe versato 20mila euro al presunto boss Toro Seduto poi ucciso. Devona, ex segretario del governatore Oliverio: io eletto se avessi avuto i soldi

Le elezioni si vincono con i soldi e nelle elezioni regionali del 2014 un ruolo da protagonista lo avrebbe svolto il clan degli zingari di Catanzaro che per 20mila euro avrebbe garantito oltre mille voti. Ne è convinto Giancarlo Devona ex segretario particolare dell’allora governatore Mario Oliverio. Architetto di professione ma con la passione della politica, capogruppo del Pd in consiglio comunale a Crotone e poi assessore ai Lavori pubblici del Comune, nel 2014, si candidò nella lista Oliverio presidente raccolse oltre 3000 preferenze. Non ce la fece ad essere eletto ma venne inserito nell’elenco dei collaboratori del presidente e successivamente ne divenne il segretario. E proprio a proposito di quella tornata elettorale commenta amaro: «Se avevo i soldi venivo eletto». Il dialogo è contenuto in una delle note del Ros dei carabinieri che compongono l’ossatura dell’inchiesta Glicine Acheronte, il fascicolo coordinato dalla Dda di Catanzaro che ha svelato un presunto comitato d’affari politico-clientelare in grado di condizionare nomine, procedure d’appalto, assegnazioni di incarichi a tecnici e consulenti in rapporti con i clan del Crotonese. In questo quadro si inserisce il ruolo di Devona finito agli arresti domiciliari con l'accusa di essere stato un anello di congiunzione tra istituzioni, imprenditoria e ’ndrangheta. La Dda gli contesta il concorso esterno in associazione mafiosa, falso e turbativa d'asta, quest'ultimi due reati aggravati dalla finalità 'ndranghetistica (sebbene l’aggravante sia stata esclusa dal gip). Centinaia i dialoghi captati dagli inquirenti grazie allo spyware piazzato nel suo smartphone. È il 22 febbraio del 2018 quando confida la strategia che occorre mettere in campo per garantirsi l’elezione.

Devona spiega che se avesse avuto la disponibilità economica necessaria avrebbe messo «una persona per ogni paese… 100 paesi… una persona per ogni paese che faceva da coordinatore… cose gli davo 500 o 1000 euro». Un bell’investimento ma il risultato, era convinto Devona, sarebbe stato certo: «Una persona a paese ed ero consigliere regionale, mi portavo 10 - 15 voti a paese… a 500 euro ed ero apposto. Ti dovevano portare 10 voti a paese e giustamente quello dice coordinatore della campagna elettorale dieci voti te li porto».

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