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Crotone, false fatturazioni e usura: chiesti 45 rinvii a giudizio

L’inchiesta “Krimata” condotta dalla Dda di Catanzaro. Tra i coinvolti gli imprenditori crotonesi Marrelli

Il tribunale di Catanzaro

Associazione per delinquere, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, falsa fatturazione, usura, tutti reati aggravati dalla finalità mafiosa; e poi distruzione di beni per avere indennizzi assicurativi, truffa aggravata e falsità ideologica. Si tratta delle accuse contenute nella richiesta di rinvio a giudizio che il pm della Dda di Catanzaro, Pasquale Mandolfino, ha avanzato nei confronti delle 45 persone coinvolte nell'inchiesta "Krimata" (denaro, dal greco antico).
Gli imputati dovranno comparire il 6 ottobre davanti al giudice per le udienze preliminari di Catanzaro, Giuseppe De Salvatore. Invece è stata stralciata la posizione di Mario Esposito, per il quale il processo inizierà il 19 settembre al Tribunale di Crotone. Con l'operazione scattata lo scorso 19 gennaio con sei misure cautelari eseguite dalla Guardia di finanza di Crotone e successivamente col sequestro di 1 milione e 500 mila euro, la Procura antimafia si dice convinta di aver sgominato una presunta organizzazione che, nata all’ombra della cosca Arena-Nicoscia di Isola Capo Rizzuto, dal 2013 avrebbe portato diverse imprese cartiere del settore edile ad emettere fatture false per 5 milioni di euro alle aziende della sanità privata e non solo del gruppo Marrelli di Crotone, al fine di frodare lo Stato intascando i rimborsi Iva non dovuti.
Le indagini – in cui sono finiti al centro anche Lorenzo Marrelli, l’amministrazione delle società dell’omonimo gruppo, e la consigliera comunale di Crotone, Fabiola Marrelli - presero piede 10 anni fa in occasione dei lavori di ristrutturazione della clinica ex “Villa Giose”, oggi “Marrelli Hospital” gestita dalla società “Marrelli Health”. Le Fiamme gialle, ad esempio, si sono soffermate sui 462.079,12 euro che il “Marrelli Hospital” pagò nel 2013 alla ditta “Iuledil” per interventi edilizi a fronte di una spesa effettiva che sarebbe stata di 217.543,25 euro, con le opere che furono eseguite in subappalto dalla “Ecotec”, azienda della famiglia Marrelli.

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