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Pizzo, se il mare “colorato” mette in fuga i villeggianti

Chiazze e anomali fenomeni acuiscono la crisi dei balneari. Lidi vuoti e tasse da pagare. Appello alla Procura

Hanno investito tutto sull’attuale stagione turistica ma lo stato in cui appare il mare minaccia le loro finanze e acuisce un senso di precarietà che fa vacillare il loro futuro, almeno quello più prossimo. Si sentono tra l’incudine e il martello i balneari napitini: da una parte il Comune che preme per farli regolarizzare col pagamento dei tributi (pena la revoca della licenza) e dall’altro, come un macigno, oltre alla crisi economica, il mare che fa scappare i bagnanti.
Attualmente, mentre nelle casse si sente l’eco dei pochi “spiccioli” incassati, restano amareggiati a guardare lettini ed ombrelloni vuoti. Ieri c’è stata una tregua ma, nonostante il mare cristallino, in un lido su 200 ombrelloni se ne sono aperti solo 5, giusto quelli degli abbonati. Ma intanto hanno fatto assunzioni, compresi i bagnini… ed oltre al personale da pagare, hanno le spese di gestione, e mantenere un impianto turistico non è cosa da poco.
Il colore del mare è una conseguenza, dunque chiedono alla task force della Procura di chiudere il cerchio contro ogni abuso, individuando le cause ed accertando altresì responsabilità. «Le misure però – sostengono – andavano adottate prima della stagione turistica; acceleriamo!» e qualcuno invita altresì a guardare anche verso la diga. Di sicuro c’è l’attenzione di tutti ed è oramai diventata la grande sfida. attraverso un'azione coordinata a carattere governativo ma anche comunitario. D’altronde il mare non è esclusivamente divertimento, giacché i prodotti ittici finiscono sulle tavole.

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