Se il sindaco sceglie la linea del silenzio in materia di rimpasto di Giunta, lo stesso non avviene in seno alla sua maggioranza. Anche da parte di quelle componenti a lui più vicine. Passano poche ore dallo sfogo-bocciatura di Aldo Casalinuovo (assessore all’Ambiente) che al ritorno in Aula, ieri mattina, per la conclusione del Consiglio comunale cominciato giovedì e sospeso per il venir meno del numero legale è il capogruppo di Mò Fiorita sindaco, Tommaso Serraino, a pronunciare parole che mirano a mettere alcuni paletti. In sostanza, sia l’allargamento della maggioranza che il rimpasto non devono essere «un ricatto verso l’amministrazione, né permettere a chi non ha vinto le elezioni di rientrare in partita, né consentire a chi vuole stare all’opposizione di fare un’opposizione strumentale».
Serraino ricorda a Fiorita che «le elezioni le ha vinte lei, con una comunità ben precisa». E ha qualcosa da ridire sul metodo che sembra essere sotteso al rimpasto: «Credo che alla vigilia di questo tagliando dobbiamo fare un’analisi condivisa sia sugli uomini e sulle donne da mettere in campo sia sul metodo di funzionamento. Per questo mi auguro che le prossime scelte siano condivise guardando al merito, alla trasparenza e alla fiducia». L’esponente di maggioranza si mostra poi critico verso l’eventuale applicazione del manuale Cencelli per l’assegnazione delle postazioni in Giunta. E riprende il suo discorso d’insediamento, lo scorso anno, ribadendo «l’impegno moralmente alto per una politica che non si basi su rendite di posizione». Infine la battuta anche su uffici e parte amministrativa, con la quale Serraino sembra invocare maggiore discontinuità rispetto al passato: «Non ci sono uomini e donne validi per ogni momento e credo che anche il Consiglio sia pronto a ricevere il contributo di figure nuove».
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