È uno dei (tanti) punti dolenti della sanità calabrese. Già, perché promesse e buoni propositi non sono serviti, nel corso di questi anni, a risolvere il problema della lunghe liste d’attesa per visite e interventi. I casi di pazienti messi in stand-by per mesi, anche in caso di gravi patologie, dove il tempo è uno dei fattori determinanti per una maggiore prospettiva di vita, sono purtroppo all’ordine del giorno.
Di fronte a un quadro desolante, peraltro più volte sottolineato dai tecnici del Tavolo romano che sovrintende al Piano di rientro e dai giudici della Corte dei conti, la maggioranza di centrodestra alla Regione prova adesso a mettere una toppa attraverso una proposta di legge - firmatari Pasqualina Straface, Giuseppe Mattiani (FI) e Pietro Raso (Lega) - finalizzata proprio ad abbattere le liste d’attesa.
Turni suppletivi in Asp e Ao
La proposta di legge punta a coinvolgere le Asp e le Aziende ospedaliere calabrese, oltre l’Irccs Inrca di Cosenza, i 14 Distretti sanitari e le 29 Case di cura convenzionate con il Sistema sanitario. Previste alcune misure speciali. «Al fine di assicurare il ripristino ed il recupero delle liste di attesa - si legge nella relazione che accompagna il provvedimento -, le Asp e le Ao devono, ad esempio, assicurare ordinariamente le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale, per l’utenza esterna. attraverso l’apertura delle strutture anche nelle ore serali e durante il fine settimana (venerdì, sabato e domenica), sia nell’ambito dell'attività istituzionale che attraverso le prestazioni aggiuntive». Prevista, poi, l’introduzione di una figura: è quella del responsabile unico aziendale delle liste d’attesa. «La proposta mira altresì - si legge ancora nella relazione - alla istituzione di un Centro di coordinamento, al fine di assumere iniziative utili a rendere omogenea, sull'intero territorio regionale, la risposta sui tempi e a promuovere iniziative di supporto reciproco tra le diverse organizzazioni ospedaliere per contenere fenomeni di particolare criticità».
Il modello organizzativo
Si punta a un coordinamento delle direzioni sanitarie aziendali e capaci di soddisfare le esigenze specialistiche negli ambiti in cui sono articolate le 5 Asp regionali, le 4 Ao e l’Inrca. «Presso ogni Azienda sanitaria - sostengono i proponenti - viene istituita la “Unità di gestione e miglioramento dei tempi e delle liste di attesa”, le quali dovranno operare in sinergia per l'attuazione degli interventi previsti a livello di Area omogenea di programmazione. La gestione dei percorsi e delle prenotazioni derivanti deve comunque avvenire attraverso la piattaforma Cup unico regionale».
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