«Sono emersi dei racconti da parte dei sopravvissuti che sembrano indicare la presenza di un elicottero ore prima che la nave fosse sorvolata dall’aereo di Frontex. Queste testimonianze pervengono da tre sopravvissuti, sono persone originarie dell’Afghanistan, i quali hanno riportato questa testimonianza che sicuramente è meritevole di approfondimento. Bisogna quindi spostare le lancette dell’orologio indietro per quanto riguarda la conoscenza della presenza dell’imbarcazione al largo delle coste calabre da parte delle autorità italiane, in particolare della Guardia costiera. Si tratterebbe di un elemento molto importante per valutare le responsabilità penali e civili». È quanto sostiene il legale Marco Bona, che rappresenta i familiari di 47 deceduti e di 16 sopravvissuti della strage di Cutro. «Come avvocati delle vittime siamo un pò degli spettatori cerchiamo di contribuire. Abbiamo fatto indagini e sentito tantissimi sopravvissuti e familiari. Stiamo facendo tutti gli approfondimenti del caso e collaborando con consulenti su questa tragedia, che ci sembra evidente fosse evitabile e scongiurabile», aggiunge Bona.
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