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Il bimbo nato morto al "San Giovani di Dio" di Crotone, indagati 14 sanitari

Il caso della donna di Petilia Policastro. Sotto accusa ginecologi e pediatri, che devono rispondere di omicidio colposo

Spuntano i primi indagati per un bimbo nato morto in grembo alla madre. L’episodio è avvenuto durante il parto lo scorso 27 luglio all'ospedale "San Giovanni di Dio" di Crotone. Sotto accusa sono finiti 14 medici e sanitari, tra ginecologi e pediatri, che devono rispondere di omicidio colposo.
Il sostituto procuratore Pasquale Festa, titolare delle indagini condotte dei carabinieri, ieri ha fatto notificare a tutti i 14 indagati l'avviso di garanzia. L'iscrizione nel registro degli indagati in questa fase rappresenta un atto dovuto, dal momento che il pubblico ministero ha contestualmente incaricato un medico legale per eseguire nella giornata di oggi l'autopsia sul corpo del bimbo. Si tratta di un esame irripetibile - mirato a fare chiarezza sulla morte del bimbo - al quale saranno chiamati a prendere parte anche i consulenti nominati dagli indagati.

La tragica vicenda, come ricostruito nella denuncia del genitore del nascituro, Silvano Scalise, 34enne di Petilia Policastro, assistito dall'avvocato Tiziano Saporito, è iniziata il 24 luglio quando Rosa Milano, 31enne petilina, viene ricoverata al "San Giovanni di Dio" per partorire avendo superato abbondantemente le 41 settimane di gravidanza. Qui, i medici le avrebbero somministrato - senza successo - delle terapie specifiche per indurre il parto. Ma la donna, secondo il suo racconto e quello poi del marito che ha successivamente presentato denuncia, avrebbe chiesto più volte di far nascere il figlio col taglio cesareo alla luce dei forti dolori che stava avvertendo. Ma la richiesta a quanto pare non è stata accolta dai medici, in quanto le avrebbero riferito che il parto cesareo sarebbe stata l'ultima opzione praticabile.

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