«Ridiamo dignità ai professionisti e agli operatori della sanità per assicurare il diritto alla salute a tutta la cittadinanza», ed ancora: «La sanità crotonese è malata. Come ogni malattia può curarla solo chi la conosce»; e poi: «Ospedale di Crotone, vietato ammalarsi». Questi e altri gli slogan che ieri mattina campeggiavano sui cartelloni affissi davanti all'ingresso dell'ospedale "San Giovanni di Dio" di Crotone in occasione del sit-in organizzato dalla rappresentanza sindacale unitaria della Cisl. Una protesta sostenuta dalla Funzione pubblica-Cisl, per chiedere all'Azienda sanitaria provinciale una nuova organizzazione del lavoro all'interno della struttura pubblica. Alla manifestazione ha preso parte solamente la Cisl dopo che nelle ultime ore Cgil e Uil hanno deciso di non partecipare sebbene, la scorsa settimana, fossero stati tra i promotori dell’iniziativa.
«Probabilmente hanno ritenuto esaustivo il documento trasmesso domenica sera dalla direzione dell'Asp», è stata la spiegazione fornita da Luigi Tallarico, segretario confederale della Fp-Cisl. Il riferimento è alla nota di 15 pagine con la quale i vertici aziendali hanno replicato alle contestazioni della Rsu. Tornando ai motivi del presidio, su tutti figurano le condizioni di lavoro di medici, infermieri e operatori socio-sanitari (l'Asp conta 1.606 lavoratori sul territorio). «Abbiamo iniziato lo stato di agitazione a novembre scorso e da allora i problemi che avevamo posto ai vertici aziendali sono rimasti irrisolti», ha lamentato Danilo Parisi, rsu della Cisl. Tra le criticità segnalate, ci sono i turni massacranti, gli ordini servizio disposti molto spesso verbalmente e le spettanze arretrate non riconosciute. Una serie di difficoltà che – secondo la tesi dei dirigenti sindacali – «se messi insieme rendono ancora più complicato assicurare i servizi sanitari alla cittadinanza».
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