Ci sono due grossi problemi irrisolti, che si intrecciano con un enigmatico reticolo insistente sui mille ettari di superficie dell’area industriale lametina. Tre questioni alla base delle continue segnalazioni di mare “colorato” o sporco che sono ben chiare sia all’autorità giudiziaria che ad esperti come Silvio Greco, biologo marino e dirigente di ricerca della storica Stazione Zoologica “Anton Dohrn”. L’istituto scientifico collabora con la Regione alla tutela del mare e delle coste calabresi e tra i rilievi effettuati fino alle scorse settimane ha analizzato anche lo stato di fatto ambientale del litorale lametino. La situazione generale viene definita da Greco «stazionaria», ma è evidente che, nello scandagliare il Golfo di Sant’Eufemia, i riflettori siano puntati da tempo sull’area ex Sir.
I tecnici della “Anton Dohrn” hanno campionato di recente lo specchio di mare antistante la zona industriale e i risultati, trattandosi di analisi complesse, ancora non sono arrivati, e comunque saranno destinati alla Procura di Lamezia. Lo stesso Greco conferma che gli uffici investigativi diretti dal procuratore Salvatore Curcio siano molto attenti e che non lascino nulla di intentato nel controllare impianti e scarichi delle attività produttive insediate nell’area. Ma aggiunge che il vero problema – il primo dei due cui si accennava – è rappresentato proprio dall’intreccio di canali che vengono utilizzati dalle aziende – comprese quelle del settore agricolo e zootecnico – e che portano sostanze “nutrienti” a mare, a causa dei quali si verifica la colorazione verdastra dell’acqua dovuta a una particolare alga. «Non è un fenomeno tossico né dannoso», specifica il biologo, ma certo non è un invitante biglietto da visita per attrarre i bagnanti.
«Discorso diverso – prosegue Greco – è invece quello riguardante i fondali. Abbiamo in corso un’indagine chimica piuttosto complessa sui sedimenti». Il grande problema, ancora più grave della maladepurazione, è secondo il biologo quello «degli scarichi illegali di aziende, privati, villaggi, lidi… Tempo fa girava sul web una foto fatta da un aereo in cui si vedeva chiaramente, in una settimana non piovosa, un “pennacchio” in mare che era evidentemente uno scarico illegale».
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