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Vibo, acqua potabile, mare e opere pubbliche. Cambiati gli assessori restano i problemi

I nodi continuano ad aggrovigliarsi a palazzo “Luigi Razza”. Tante le criticità in sospeso e ora pesa anche la crisi politica

La crisi non scaturisce mai dal caso. A portarla in grembo vi sono problemi irrisolti, risposte mancate, situazioni aggrovigliatesi nel tempo senza che mai alcuno si sia interrogato rispetto alla loro possibile soluzione. È così ovunque, è così anche a palazzo “Luigi Razza”. L’Amministrazione senza più una maggioranza, costretta a sopravvivere facendo affidamento sull’appoggio esterno di una forza politica, “Città Futura”, che, sin dalle prime battute, ha fatto bene intendere di non voler fare da comprimario, vive un momento di estrema difficoltà.

Acqua

In città – incredibile ma vero – non è possibile avvalersi dell’uso dell’acqua. Il prezioso liquido manca nelle frazioni di Piscopio (dove la gente è ridotta ormai allo stremo) non arriva in diverse zone di Bivona e Vibo Marina, fuoriesce dai rubinetti del centro cittadino ma non è chiaro fino a che punto possa essere utilizzata ad un mese da quando sono state trovate nell’acqua tracce di feci. La revoca dell’ordinanza che ne vietava l’uso da parte del sindaco ha lasciato nei cittadini parecchi punti interrogativi, a cominciare dal modus in cui sono state eseguite le analisi dal punto di vista chimico e batteriologico.

Mare sporco

Quasi non bastasse tale enorme disagio, i vibonesi – ormai da settimane – sono costretti a convivere con il mare sporco che, specie a Vibo Marina, costringe spesso i turisti a lasciare gli stabilimenti per via della schiuma e di un odore nauseabondo proveniente dalle acque. Se c’entrino o meno gli oleodotti non è chiaro. Di sicuro c’è chi continua a scaricare nelle acque marine, incurante della principale risorsa del territorio. A tal proposito, la Procura ha aperto un fascicolo e il sindaco, insieme ai due dirigenti, è stato ascoltato nei giorni scorsi da Capitaneria di porto e carabinieri.

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