Dal caso Tari alla grana stadio il passo è breve e lo scontro tra la Vibonese e il Comune si acuisce sempre di più. È clamoroso quanto si profila concretamente all’orizzonte: il club rossoblù starebbe prendendo in seria considerazione l’ipotesi di fare le valigie e traslocare altrove per giocare le gare casalinghe del prossimo campionato di Serie D. Il direttore generale Antonello Gagliardi spiega cosa sta accadendo: «Tra i punti della programmazione generale c’era quello di ottenere la concessione decennale dello stadio. Lo scorso due maggio in una riunione in Comune con dirigenti e assessori ci è stato comunicato che non è possibile ottenere l’affidamento diretto dell’impianto. Pertanto abbiamo chiesto che venga pubblicato un bando per concorrere all’assegnazione. A distanza di tre mesi l’Amministrazione comunale non ha ancora provveduto».
Negli ultimi anni la Vibonese ha speso quasi un milione di euro per adeguare il “Luigi Razza” alle esigenze prima della Serie C e ora della D. Senza gli investimenti di Pippo Caffo lo stadio sarebbe stato dichiarato inagibile ma, nonostante tutto, il Comune, proprietario del “Luigi Razza” ha chiesto alla società una cifra ritenuta ingiustificata per la Tari (circa mezzo milione di euro) procedendo persino al pignoramento. Il club si è opposto e la Commissione tributaria ha sospeso il provvedimento.
A rendere più complicata la situazione il lassismo e il silenzio denunciato dalla Vibonese per la concessione della struttura sportiva utilizzata attraverso una convenzione rinnovata di anno in anno con canone di circa 10mila euro complessivi. Il nuovo progetto rossoblù prevede nuovi investimenti con la realizzazione del manto in erba sintetica di ultima generazione. Per rimettere mano al portafoglio si chiede una sola cosa: la concessione pluriennale dell’impianto.
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