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Soverato, in pronto soccorso turni massacranti e sott’organico,
ma... esclusi dal premio produttività

Il reparto è l’unico di tutta la struttura territoriale a non usufruirne Evidentemente non basta l’aver garantito l’assistenza a 18mila accessi

Turni massacranti, rigidità nell’organizzazione del lavoro e impossibilità di godere delle ferie nei periodi più ambìti. Una situazione già di per sé difficile quella in cui operano i medici del Pronto soccorso dell’ospedale di Soverato per i quali arriva ora sia la beffa che il danno.
Il reparto di urgenza soveratese figura come unico tra tutti quelli che comprendono, la struttura di Soverato e di Lamezia, a non aver ottenuto neppure il premio di produttività. L’anno di riferimento è quello del 2019/2020 in piena pandemia, quando il reparto soveratese ha lavorato senza sosta. Nelle relazioni compilate però non sarebbe stato indicato il raggiungimento degli obiettivi prefissati per avere una maggiorazione nelle retribuzioni. Una questione di principio più che economica per un reparto che ha garantito l’assistenza di circa 18 mila accessi all’anno e che continua a lavorare sotto organico. Turni di ordinaria follia per i lavoratori, con un solo medico in servizio nelle ore diurne e due in quelle notturne, con attese lunghe ed estenuanti per pazienti che spesso scaricano il disagio sugli operatori che poco possono fare per mutare la situazione. E difronte un organico sempre più risicato, si aggiungono le responsabilità di nuovi servizi come quelli trasfusionali un tempo eseguiti da altri reparti.
Condizioni di lavoro non certo confortevoli che portano sempre più specialisti a chiedere i trasferimenti in altri reparti, rendendo sempre meno appetibile quello di Pronto Soccorso per i nuovi innesti che preferiscono dirottare le loro specializzazioni altrove.

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