«La crisi idrica ed energetica in atto, spinge a recuperare con urgenza le risorse necessarie per il completamento della Diga del Melito quale risorsa fondamentale per rispondere ai bisogni idrici e idroelettrici della Calabria». Non ha dubbi il responsabile regionale del dipartimento Ambiente della Lega Calabria, l’architetto Giuseppe Macrì, che sollecita la politica per il completamento dell’invaso idrico di Gimigliano e delle altre incompiute della regione, «necessarie per superare la crisi idrica e valorizzare le risorse del territorio».
La storia dell’invaso mai realizzato è lunga e affonda le radici addirittura nel 1983, dal progetto della Cassa del Mezzogiorno: «Oggi si parla di diga fantasma ma è stata bloccata da impedimenti burocratici nel corso dei lavori, tali da impedire la realizzazione della più grande diga d’Europa». Oggi, a distanza di 40 anni, se ne torna a parlare alla luce delle attuali esigenze derivanti da crisi geopolitiche ed emergenze ambientali. Evidentemente, l’idea era stata lungimirante ma «la complicata vicenda burocratica che ha portato all’incompiuta oggi si palesa ai nostri occhi. Non sono bastate – ricorda – le continue battaglie promosse dal compianto presidente Grazioso Manno, allora presidente del Consorzio di bonifica Jonio Catanzarese, che si è battuto fino alla sua scomparsa lasciando un vuoto politico incolmabile per la mancanza delle sue battaglie a sostegno dello sviluppo e della crescita dei territori».
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