È già trascorso un anno, un anno da una serata che neanche il tempo può cancellare. Non per la famiglia di Davide Ferrerio, il giovane di 20 anni picchiato selvaggiamente dal 23enne Nicolò Passalacqua per un drammatico scambio di persona avvenuto in una sera d'agosto a Crotone.
A distanza di un anno da quella terribile sera, la mamma di Davide, Giusy Orlando, ha esternato tutta la propria rabbia e disperazione in un'intervista al Corriere della Sera
"Il mio principe se l’è portato via quella maledetta città dove io stessa sono cresciuta. Proprio lei mi ha preso un figlio, un figlio innocente".
Un'ingiustizia assurda e disumana
"Un anno che è stato peggio di un inferno. La nostra vita è piombata così, da un momento all’altro, mentre eravamo in vacanza, nell’ingiustizia più assurda e disumana che possa esistere - racconta papà Massimiliano al giornale di Via Solferino - Un anno scandito da ospedale, casa, pianti, disperazione, non voglia di vivere A volte spero sia un incubo, o di essere diventato pazzo io, ma quando mi alzo e vedo che Davide non è nella sua stanza vengo riportato alla realtà».
Quella sera, l'11 agosto del 2022, Davide stava aspettando un amico per andare in pizzeria. Si trovava non lontano dal tribunale di Crotone. Poi venne raggiunto e aggredito, ma non era lui la persona che gli aggressori cercavano.
"Non ha avuto scampo, nemmeno l'opportunità di parlare"
"Fino a dieci minuti prima dell’aggressione, quella tragedia incomprensibile, mio figlio era lì, bello come il sole, ma è andato incontro al suo carnefice - ricorda la mamma, Giusy - Gli è apparso un mostro davanti, che gli si è accanito contro senza dargli possibilità alcuna. Non ha avuto scampo, nemmeno l’opportunità di parlare, di dire di essere di Bologna e di non avere nulla a che fare con quella storia. Sappiamo che se ne sono accorti benissimo di non avere di fronte la persona che cercavano. Si poteva evitare tutto, sarebbe bastata una domanda: “Sei tu che scrivi i messaggi alla ragazza? ”. Sarebbe bastato verificare il cellulare e invece hanno portato a termine una spedizione mortale, stroncando la vita di un ragazzo pieno di progetti".
"Un mostro che si è preso il diritto di togliere la vita a mio figlio"
«Un dolore ancora più grande perché Davide non ha ottenuto giustizia - continua Giusy Orlando - L’aggressore uscirà dal carcere anche prima di aver scontato tutti e 20 gli anni, potrà crearsi una famiglia, avere dei figli. Ciò che invece è stato negato a Davide. Un mostro che si è preso il diritto di togliere la vita a mio figlio e ha avuto anche il coraggio di dire che se avesse voluto ucciderlo subito si sarebbe portato dietro una pistola o un coltello. È stato premiato, come è stata premiata la ragazza e non solo».
La mamma di Davide ha ormai perso (quasi) ogni speranza dopo un anno di sofferenze estenuanti: "Lo accarezziamo, lo supplichiamo di tornare. Non c'è più speranza".
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