Ferragosto di violenza e di allarme nella Casa Circondariale di Catanzaro. A renderlo noto il Sindacato Autonomo di Polizia penitenziaria SiNAPPe.
Solo il tempestivo e professionale intervento di un Assistente di Polizia Penitenziaria, ha salvato un detenuto che aveva messo in atto un tentativo di impiccagione e solo grazie alla prontezza di intervento della polizia penitenziaria l'uomo è stato salvato.
L’insano gesto è stato compiuto da un recluso presso la sezione detentiva ATSM che ospita persone con problematiche psichiatriche e che già la scorsa settimana aveva provato a porre fine alla propria vita ingerendo sostanze tossiche. Dopo il marzo del 2015, con la chiusura degli OPG, sono state realizzate le Articolazioni Tutela Salute Mentale; ormai su tutto il territorio Nazionale sono presenti circa 50 sezioni detentive che ospitano ristretti con problemi psichiatrici insorti duranti il periodo di detenzione, tutto a discapito dei Poliziotti penitenziari che si trovano a gestire problematiche che in realtà dovrebbero interessare esclusivamente l’area Sanitaria e non solo prevalentemente così come genericamente indicato dalle attuali disposizioni normative.
Troppo spesso il Poliziotto penitenziario è costretto a surrogare le figure professionali che dovrebbero operare all’interno dei penitenziari che ospitano detenuti con problematiche Psichiatriche e per i quali, per ovvi motivi di privacy, non è dato loro sapere da quali patologie siano affetti né tantomeno il livello di pericolosità dettata dalla disfunzione dalla quale sono colpiti; difficile conciliare le esigenze di cura e di custodia in quelle realtà in cui questi presidi Sindacato Nazionale Autonomo Polizia Penitenziaria 16 agosto 2023 sanitari interni ai penitenziari insistono, sono spesso strutture carcerarie che soffrono una gravissima carenza di organico, come nel caso del Penitenziario di Catanzaro, e che non dispongono di personale del Corpo in numero sufficiente ad affrontare le necessità operative dettate dal particolare servizio a loro affidato e per il quale sono spesso costretti a prolungare il turno per oltre 8 ore giornaliere anche a discapito della loro stessa salute, come in questo caso: l’Assistente di Polizia penitenziaria intervenuto è stato costretto a sottoporsi alle cure del Pronto Soccorso dell’Ospedale Pugliese per delle problematiche insorte alle articolazioni ed ai legamenti, problematiche sopraggiunte come conseguenza allo sforzo fisico eseguito per salvare una vita umana”. Certamente – continua il SiNAPPe - il tentativo di porre fine alla propria vita è originato da uno stato psicologico di disagio, ma rappresenta un forte elemento stressogeno per il personale di Polizia penitenziaria.
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