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Indagine sull'asse Gioia Tauro-Vibo, Piromalli mandò a dire a Mancuso: «Il prezzo del villaggio lo faccio io»

Nuovi retroscena dell’inchiesta antimafia “Imperium”. Il boss di Limbadi confidò ad Assunto Megna della «’mbasciata» arrivatagli dal figlio di Pino “Facciazza” per la vendita di un resort

I legami tra i clan vibonesi e quelli della Piana sono storici e anche le inchieste più recenti – come quella sul favoreggiamento della latitanza del boss di Rizziconi Domenico Crea – confermano quanto sia solida la “linea” criminale che da Gioia Tauro arriva al feudo del clan Mancuso. Un episodio riportato nei faldoni dell’indagine “Imperium”, che ha rivelato i presunti interessi della cosca egemone sui villaggi della “Costa degli dei”, testimonia come le interazioni tra due tra i clan più potenti della Calabria siano, nonostante operazioni e arresti, non solo recenti ma anche basate su interessi molto concreti. Lo erano senza dubbio quelli che ruotavano attorno alle strutture ricettive come quelle finite al centro dell’inchiesta – il villaggio Sayonara e l’hotel Cliffs – e altre che ne vengono sfiorate, come un resort sul litorale tropeano che però sarebbe stato controllato da un elemento di vertice del clan Piromalli di Gioia Tauro. Tanto che lo stesso boss Luigi Mancuso riferì a uno dei suoi presunti fedelissimi di una «‘mbasciata» fattagli arrivare da «‘Ntonareiu Piromalli» che, rispetto al villaggio all’epoca in vendita, gli avrebbe fatto testualmente sapere: «Vedi che ce l'ho io! Il prezzo lo faccio io, vedi se trovi a qualcuno, che se lo vende». Secondo gli inquirenti il mittente del “messaggio” sarebbe Antonio Piromalli, figlio del boss Giuseppe (noto come Pino “Facciazza”), arrestato dal Ros a Milano nel 2017.

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