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Rogo al campo rom di Lamezia, pazienti «a rischio». Il caso ora è all’attenzione della Procura

L’ultimo incendio di sterpaglie e rifiuti si è verificato due giorni fa

Due giorni fa l’ennesimo rogo nei pressi del campo rom di Scordovillo. Le fiamme si sono sviluppate tra le sterpaglie e i rifiuti che delimitano la bidonville confinante con l’ospedale “Giovanni Paolo II” che ha vissuto un lungo pomeriggio di forti disagi. «L’incendio verificatosi nella giornata successiva a Ferragosto è l’ennesima beffa alla salute dei cittadini lametini; ancora una volta esso ha costituito un rischio grave per la popolazione ospedaliera». Sono le considerazioni di Antonio Gallucci, direttore sanitario aziendale dell’Asp di Catanzaro. L’incarico ad interim, conferito dal commissario straordinario dell’Azienda sanitaria provinciale, il generale Antonio Battistini, va ad aggiungersi a quello di direttore sanitario dell’ospedale lametino già ricoperto da Gallucci, che sottolinea: «Se non fossero intervenuti prontamente i vigili del fuoco che io stesso ho allertato, e poi ancora i vigili urbani, la polizia e i carabinieri, avremmo dovuto chiudere l’Uta (Unità trattamento aria) per evitare che il fumo invadesse i reparti dell’ospedale». Gallucci insiste sul fatto che l’annosa questione del campo rom di cui si parla da anni e che costituisce da sempre una situazione complessa e problematica per l’intero complesso sanitario di via Perugini «è una piaga che va definitivamente risolta». Lo stesso ds aggiunge di aver trasmesso anche una comunicazione alla Procura dell repubblica sull’incendio avvenuto due giorni fa. «Incontrerò presto il sindaco Paolo Mascaro - prosegue - per chiedere cosa intende fare l’amministrazione relativamente all’insediamento rom adiacente al nosocomio».

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