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Vibo, pronto soccorso dello ‘Jazzolino’ in affanno: “I medici cubani per ora in altri reparti”

Il direttore sanitario Talesa fa il punto sull’attività negli ospedali. «Valente supporto ma non sono proprietà di nessun direttore»

I disagi sono sempre gli stessi, perché quando si parla di Pronto soccorso si parla di una sanità in affanno. O meglio, di un sistema ormai in cortocircuito. Lì dove la medicina del territorio ha fallito e dove il reparto di emergenza urgenza diventa il punto di riferimento. Ergo, cosa succede quando le richieste si moltiplicano e il personale è sempre più ridotto all’osso? Accade che la straordinaria emergenza diventi ordinaria allo Jazzolino.
Da qui, la necessità di ricorrere alle prestazioni aggiuntive che consentono di “supportare” i medici ormai sfiniti dell’Unità operativa, seppur con un costo che lievita. In... aggiunta, poi, l’annuncio da parte del presidente della Regione dell’arrivo dei medici cubani. Lo stesso, infatti, sabato scorso aveva fatto sapere che dei 120 sanitari destinata alla Calabria, 9 sarebbero stati assegnati al Vibonese. In particolare, quattro presso lo Jazzolino, di cui tre al Pronto soccorso, uno in Ortopedia; tre presso il presidio ospedaliero di Serra (due al Pronto soccorso, uno in Chirurgia) e due a Tropea (entrambi al Pronto soccorso). Arrivo che, come da programma, è stato salutato davanti ai presidi sabato con la previsione di iniziare a lavorare dal 16 agosto. Dunque, quanto basta per creare aspettative tra gli operatori e i cittadini. Aspettative che, in parte, sembrano sia state deluse almeno nel Pronto soccorso, considerato che di medici cubani non ne sono visti dopo ferragosto.
Ma c’è un ma. E, in tal senso, a chiarirlo ieri è stato il direttore sanitario e responsabile del progetto Antonio Talesa, il quale ha spiegato che i sanitari ancora non sono stati destinati al Pronto soccorso «perché è necessario che acquisiscano maggiori competenze linguistiche e di procedure, considerata anche la delicatezza del reparto».

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