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Cirò Marina, Cornicello “smonta” la versione di Aloe: «Su quali basi mi accusa di alcuni fatti?»

Lettera alla “Gazzetta” dal carcere del presunto referente della cosca Farao-Marincola. «Far-west a Cirò Marina? Parla di cose successe mentre era detenuto»

«Ma come fa il collaboratore Aloe a rilasciare tali dichiarazioni se al momento della sparatoria da far west, come l'avete definita voi, era detenuto in carcere?». E ancora: «Come fa il collaboratore a dichiarare che dopo la lite avvenuta davanti a casa mia il 13 agosto 2022 io mi sarei adoperato a reclutare più persone per andare poi a casa del 51enne per fare la sparatoria?». Cataldo Cornicello, 44 anni, ritenuto dalla Dda di Catanzaro il presunto referente a Cirò Marina della cosca Farao-Marincola, non ci sta ad essere tacciato dal pentito Gaetano Aloe tra gli artefici del blitz armato da far west che, nella notte tra il 13 e 14 agosto 2022, infiammò le vie adiacenti al lungomare nord di Cirò Marina.


Per questo motivo, dal carcere di Ancona dov'è detenuto, ha inviato una lettera alla "Gazzetta del Sud" per replicare all'articolo pubblicato il 26 luglio scorso contenente le affermazioni che il collaboratore di giustizia ha reso, il 14 giugno di quest’anno, al pm antimafia Domenico Guarascio. Il verbale è confluito tra gli atti del processo in corso al Tribunale di Crotone che vede sotto accusa sette persone, tra le quali lo stesso Cataldo Cornicello, per l'azione di fuoco messa a segno, per futili motivi, contro l’abitazione di un 51enne allevatore cirotano. Aloe, come si ricorderà, ha addebitato la causa della spedizione punitiva al napoletano Pasquale Passarelli che «è legato a Cataldo Cornicello - ha detto il pentito al magistrato - e da tempo spaccia droga nel comprensorio cirotano soprattutto d'estate nei villaggi turistici». In particolare, per il collaboratore, «questo Pasquale la droga la porta da Napoli e spaccia con il beneplacido di Cornicello e di mio cognato Peppe Spagnolo». Parole che hanno mandato su tutte le furie Cornicello che ha così preso carta e penna per ribattere alla ricostruzione dei fatti fornita da Aloe: «Come fa e che prova ha il collaboratore – osserva - a suffragare la tesi che io e il signor Peppe Spagnolo avremmo dato il benestare per lo spaccio?».

Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria

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