Da 100 giorni in sciopero della fame e da settanta ha sospeso anche la somministrazione di farmaci. È la clamorosa protesta messa in atto da un detenuto del carcere Ugo Caridi di Catanzaro. Tutta colpa di un ascensore che impedisce al quarantenne di poter usufruire dell’ora d’aria. L’uomo infatti a causa di una malattia degenerativa è ormai costretto a muoversi con la sedia a rotelle. Senza l’ascensore quindi non riesce a fare le scale che separano la sua cella dal cortile del penitenziario. In pratica è come se il detenuto, che sta scontando un cumulo pena nella sezione ordinaria del carcere, da ormai tre mesi sia stato trasferito al carcere duro, al 41bis senza possibilità di poter usufruire dell’ora d’aria insieme agli altri.
Naturalmente il caso è all’attenzione dei vertici del carcere. Purtroppo però la vicenda non sembra essere di facile soluzione. L’ascensore, secondo quanto si è appreso, è stato più volte riparato ma continua a subire guasti periodicamente. Insomma servirebbe un intervento strutturale ma occorrerebbero fondi che l’amministrazione del penitenziario sta cercando di recuperare. I tempi naturalmente non sarebbero brevi. Per sopperire alla carenza, il personale della penitenziaria si è anche offerto di portare in braccio il detenuto dalla sua cella al cortile. Ma il detenuto ha rifiutato questa opzione. Per ben due volte in queste settimane gli ha fatto visita anche il garante dei detenuti per cercare una possibile soluzione alla vicenda, ma ancora si resta in attesa di uno sbocco. Nel frattempo il detenuto continua a rifiutare il cibo e le medicine. Per evitare che le sue condizioni fisiche si aggravino ulteriormente i sanitari in servizio nella casa circondariale lo sottopongono a flebo. Ma ci si inizia a chiedere quanto potrà durare questo stato di cose. L’avvocato difensore, Ugo Custo, si è rivolto anche al Tribunale di Sorveglianza che però poco può fare per risolvere questi endemici problemi del sistema carcerario. Un’altra istanza potrebbe essere presentata nei prossimi giorni.
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