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Montauro, «Ambulanza dopo 18 minuti un’infinità. Ma non è colpa degli operatori del 118»

Il sindacato provinciale dei medici interviene sul decesso in casa della 23enne

«Noi operatori non abbiamo alcuna responsabilità. Chi di dovere dovrà individuare gli artefici di questo sfascio». A parlare è il delegato provinciale dello Smi (Sindacato medici italiani) Saverio Ferrari che manifesta i sentimenti di sconforto a seguito della morte della 23enne avvenuta due giorni fa a Calalunga, frazione marina del comune di Montauro al confine con quello di Montepaone.
Sotto accusa la mancanza di un’ambulanza medicalizzata segnalata dai genitori della ragazza deceduta per cause ancora in corso di accertamento. La Procura di Catanzaro ha ordinato un’autopsia sul corpo della vittima, che sicuramente farà luce sulle cause del decesso e sulla possibilità o meno di individuare eventuali responsabilità da parte di chi ha avuto un ruolo nella vicenda. Nelle prossime ore si svolgerà l’esame autoptico, di cui è già stato conferito l’incarico, che fornirà le prime risposte; subito dopo il corpo della giovane sarà riconsegnato alla famiglia per le esequie.
«Quando si legge che una ragazza di appena 23 anni muore - commenta Ferrari - forse, probabilmente (lo stabilirà comunque l’autopsia) per mancanza del giusto, doveroso e tempestivo intervento di un’ambulanza medicalizzata, chi opera nel servizio di urgenza ed emergenza medica del 118 senza distinzione di mansione, è colto da un senso di sconforto infinito e profondissimo. Diciotto minuti per l’arrivo di un’ambulanza con medico a bordo in un caso di perdita di coscienza sono un’infinità».

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