Riflettori puntati sulla famigerata questione rom: un pesante fardello di proclami al vento, di promesse mai mantenute, di anni di elucubrazioni su questioni di lana caprina che hanno prodotto solo soluzioni teoriche, mai concretizzate. Tra queste l’ordinanza di sgombero del 2011 emessa dalla locale Procura della Repubblica.
La realtà borderline di Scordovillo, da decenni terra di nessuno, è attenzionata da tempo dal Partito democratico lametino che, tramite il segretario cittadino Gennarino Masi, annuncia la presentazione di un’interrogazione alla presidenza del Consiglio dei ministri e al ministro dell’Interno. «Il Pd di Lamezia - spiega Masi - ha investito della questione il senatore Nicola Irto che, appena riprenderanno i lavori parlamentari, presenterà un’interrogazione per sapere quali iniziative intendano intraprendere, la presidenza del Consiglio e il Viminale, al fine di porre definitivamente rimedio a una situazione che le amministrazioni locali, dolosamente, non hanno saputo risolvere».
Il segretario cittadino del Pd definisce Scordovillo, «un’area che è una sacca di marginalità e un focolaio di microcriminalità. Il campo rom si è trasformato in una discarica abusiva di rifiuti speciali e non, carcasse di autoveicoli, materiali di risulta, pneumatici, elettrodomestici e altro. La bidonville, dove vivono circa 600 persone - incalza Masi - è anche luogo di ricovero o smercio o reimpiego dei proventi di reati vari come rapine, furti, estorsioni, ‘cavallo di ritorno’ per la restituzione di veicoli rubati». Viene rimarcato inoltre che «non sono mai stati spesi i 500mila euro messi a disposizione dal ministero dell’Interno in risposta alla più importante mobilitazione cittadina, conseguente al terribile rogo del 14 luglio 2021. Soldi che sono stati oggetto di due delibere cittadine: la n. 2065 del 24 dicembre 2021 e la 2095 del 29 dicembre dello stesso anno».
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