Cocaina, eroina e marijuana venivano vendute vicino all'edificio dell’Istituto scolastico comprensivo di Isola Capo Rizzuto, "Karol Wojtyla", ma anche a pochi passi della caserma dei carabinieri e della chiesa. Di questo devo rispondere i presunti cinque componenti della rete di pusher che sono finiti a processo in seguito al loro coinvolgimento nell'inchiesta "Libertà". Ieri il giudice delle indagini preliminari, accogliendo la richiesta della pubblico ministero Ines Bellesi, ha disposto il giudizio immediato per i cinque imputati ai quali viene contestata la detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti aggravata. Per loro il dibattimento inizierà il 19 ottobre davanti al Tribunale di Crotone. Adesso gli accusati hanno 15 giorni di tempo per optare per un rito alternativo: l'abbreviato (che prevede lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna) o il patteggiamento.
L'operazione, scattata lo scorso 21 giugno con cinque arresti eseguiti dai carabinieri, prende il nome dal quartiere dove la "gang" avrebbe avuto la sua base logistica per ricevere i “clienti” che accorrevano dalle province di Crotone e Catanzaro a tutte le ore del giorno e della notte per acquistare la droga: la zona delle palazzine popolari compresa tra via Libertà e via Eduardo De Filippo. Tant’è che i militari dell'Arma hanno contato oltre 200 episodi di cessioni di narcotici che sarebbero avvenuti tra aprile e giugno 2022.
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