Un’intera frazione a secco, quella di Piscopio, un’altra che – in alcune zone – ha lamentato per settimane la carenza d’acqua potabile ed un centro cittadino in cui per quindici giorni i rubinetti sono rimasti a secco per la presenza nell’acqua di batteri coliformi, più semplicemente, per via di tracce di feci nel prezioso liquido. Ma se altrove la situazione è andata evolvendosi in modo tutto sommato positivo, a Piscopio la gente vive ormai da mesi ai limiti dell’esasperazione.
In tutta la zona alta l’acqua non arriva. Ed ogni giorno che passa si prega Giove perché mandi quantomeno la pioggia. Decine di famiglie, infatti, l’acqua la acquistano dalle autobotti e la dosano perché il costo è tutt’altro che insignificante. Altre si avvalgono di qualche sorgente. I sopralluoghi dei tecnici del Comune, di sindaco e assessora, però, non hanno sortito gli effetti sperati. E neanche il richiamo mediatico nazionale – quello che spesso qualcuno inutilmente invoca – ha permesso di venire a capo della situazione. I cittadini, addirittura, sono stati costretti a prendere l’acqua anche nel depuratore. D’altronde – come ribadito dalla stessa sindaca – «di quella immessa in rete il 50% va perduto per la fatiscenza della rete stessa, ma anche per via degli allacci abusivi».
E la Sorical? La società regionale che gestisce le risorse idriche, chiamata in causa dall’Amministrazione, avrebbe ribattuto al vetriolo – a quanto pare con una missiva riservata – che la portata dell’acqua non è affatto diminuita rispetto agli anni scorsi.
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