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'Ndrangheta, rapporti personali con i boss e rivelazione di informazioni: il ruolo dell'avvocato Sabatino

Rapporti stretti con le cosche vibonesi, informazioni riservate passate alla 'ndrangheta. E' quanto viene contestato all'avvocato di Vibo Valentia Francesco Sabatino, destinatario di una misura cautelare in carcere vergata nell’ambito del maxi blitz Mestrale 2, che ha portato a 81 arresti. Il legale è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo l'accusa l’avvocato avrebbe instaurato relazioni dirette e personali con le cosche Mancuso, Pardea Ranisi, Galati ed Accorinti. Uno stabile rapporto collusivo in forza del quale, Sabatino facendo leva sulla sua attività di avvocato, avrebbe consentito alla ‘ndrangheta di sottrarsi alle attività investigative e di acquisire notizie riservate, mettendo a disposizione della criminalità organizzata informazioni su indagini in corso, anche coperte da segreto istruttorio.

Per la Dda, Sabatino avrebbe comunicato agli affiliati dell’organizzazione notizie investigative ottenute nell’espletamento del mandato difensivo in favore di altri esponenti della criminalità organizzata locale garantendo ai vertici di ‘ndrangheta un canale di comunicazione con il mondo esterno, nel momento in cui gli stessi si trovavano detenuti in carcere, recapitando all’occorrenza messaggi, utilizzando i colloqui difensivi con altri detenuti.

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