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Soverato, 23 anni fa la terribile alluvione in cui persero la vita 13 persone. Il sindaco Vacca: "Lavoriamo sulla prevenzione"

Questa mattina è stato reso omaggio alle vittime della tragedia di Soverato, avvenuta 23 anni fa, nella notte tra il 9 e il 10 settembre 2000, quando l'esondazione del torrente Beltrame, provocata da un'alluvione, travolse il camping "Le Giare"

Con una sobria e intensa cerimonia nel luogo del drammatico episodio, questa mattina è stato reso omaggio alle vittime della tragedia di Soverato, avvenuta 23 anni fa, nella notte tra il 9 e il 10 settembre 2000, quando l'esondazione del torrente Beltrame, provocata da un'alluvione, travolse il camping "Le Giare" che ospitava una cinquantina tra operatori dell'Unitalsi e disabili, uccidendo 13 persone.

La cerimonia ha visto la celebrazione di una messa alla quale hanno partecipato i rappresentati istituzionali del territorio. Queste le 13 vittime che persero la vita: Mario Boccalone, Ida Fabiano, Serafina Fabiano, Raffaele Gabriele, Paola Lanfranco, Iolanda Mancuso, Giuseppina Marsico, Franca Morelli, Rosario Russo, Antonio Sicilia, Salvatore Simone, Concetta Zinzi e Vinicio Calio', giovane volontario di Catanzaro, del quale non è mai stato recuperato il corpo.

Daniele Vacca, sindaco di Soverato: "Ferita aperta per la città. Lavoriamo sulla prevenzione"

"Rimane una ferita aperta per la città" - ha dichiarato il sindaco Daniele Vacca. "Il nostro obiettivo - ha proseguito - è la salvaguardia dell'ambiente. Grazie a dei finanziamenti per circa sei milioni di euro stiamo già intervenendo sui canali di scolo e torrenti perchè ogni anno sono frequenti piogge sempre più torrenziali che allagano la città. Inoltre - ha aggiunto il primo cittadino - è in cantiere un progetto di Protezione civile nazionale che riguarda un evento che si terrà in autunno. Ci saranno delle esercitazioni all'interno della città e verranno coinvolte le scuole, gli uffici comunali ed i cittadini".

Mons. Maniago: "Facciamo memoria per guardare avanti con speranza e responsabilità"

«Siamo qui non per rinnovare in una forma quasi masochistica un dolore, un dolore che per le famiglie e la società civile è forte e rimane, ma siamo qui perchè facendone memoria si possa guardare avanti con rinnovata speranza ma anche con rinnovata responsabilità e consapevolezza». Lo ha detto l’arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, monsignor Claudio Maniago nel corso della commemorazione nel ricordo delle 13 vittime. «La consapevolezza - ha aggiunto Monsignor Maniago - che è vero che la natura quando si scatena è ingovernabile, ma è anche vero che la natura, il Creato - come ci ricorda continuamente Papa Francesco - è una casa comune e come tutte le case vanno curate, vanno tenute in ordine se vogliamo che in esse si trovi accoglienza e si possa vivere serenamente godendone». Noi vogliamo in questo momento di memoria assumere ancora una volta di più la nostra responsabilità personale, certo quella delle istituzioni tutte ma anzitutto personale, la responsabilità di chi, ognuno di noi, nel suo piccolo - ha concluso l’arcivescovo di Catanzaro -Squillace - può dare il proprio contributo affinchè questa casa, che è una casa di tutti, possa essere una casa accogliente e mai una casa che possa offrire violenza o addirittura morte».

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