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Catanzaro, rapita e ritrovata dopo poche ore: la pista dell’avvertimento al padre

Inquirenti al lavoro sul sequestro di una 15enne nel tardo pomeriggio di domenica

Un sequestro lampo i cui contorni sono ancora tutti da chiarire. È quello sul quale indaga la Procura di Catanzaro, avvenuto nella prima serata di domenica scorsa lungo via Emilia nel capoluogo di regione e che ha visto il rapimento di una studentessa 15enne, fermata da persone al momento ignote mentre si trovava alla guida della sua minicar. Gli uomini l’avrebbero costretta a scendere dall’auto per salire a bordo della loro utilitaria, dileguandosi poi a gran velocità.
Una scena alla quale hanno assistito alcuni testimoni; qualcuno avrebbe anche tentato di intervenire ma nella concitazione di quei momenti drammatici la fuga dei malviventi non ha trovato ostacoli. L’allarme ha fatto scattare le indagini degli agenti della Squadra Volante della Questura, che dopo pochissime ore sono riusciti a individuare la studentessa nel territorio di Marcellinara. Ad agevolare le ricerche sarebbe stata anche un’app installata sullo smartphone della giovane e su quello del padre, un consulente finanziario del capoluogo; la madre della ragazza è un noto avvocato.
Un episodio inquietante che mai si era verificato in città e il cui movente è ancora tutto da ricostruire. Diverse le testimonianze raccolte dagli investigatori che mentre gli inquirenti non stanno trascurando alcuna pista per risolvere un caso che avrebbe potuto avere risvolti drammatici. La ragazza è ovviamente rimasta scossa per quanto accaduto ma è stata comunque trovata in buone condizioni, anche se un rapimento, per quanto lampo, costituisce di per sé un gesto di estrema violenza; la sua testimonianza potrebbe aver fornito elementi utilissimi per lo sviluppo delle indagini, anche sull’identità dei malviventi che potrebbero essere arrivati da fuori regione.
Il sequestro sarebbe durato poco più di un’ora; gli autori potrebbero essersi sentiti braccati dalla Polizia oppure potrebbero aver voluto compiere un gesto dimostrativo verso qualche parente della ragazza: il padre è a processo per concorso esterno nell’ambito di un’inchiesta della Dda sulla gestione dei proventi di un clan. Elementi ora tutti sul tavolo degli inquirenti.

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