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Catanzaro, il “Ceravolo” è diventato piccolo: già si ragiona su un nuovo stadio

Lo storico impianto sportivo presenta ormai una serie di criticità. Oltre alla capienza ci sono i nodi (irrisolti) legati a parcheggi e viabilità. Il presidente Noto: «Facciamo i conti con evidenti problemi logistici»

Il “Ceravolo” non basta più? Due sold out di fila sono indicativi: lo stadio, lì dov’è, può essere un problema che ripropone la vecchia questione impianto in centro o in periferia. Non è tanto una questione di capienza, perché in linea teorica un impianto da 14.500 posti può pure andare bene, anche se da questi bisogna sottrarre i 2.120 del settore ospiti che fanno storia a sé e molti tifosi stanno recentemente rimanendo fuori per assenza di biglietti. Certo, due pienoni consecutivi in questo inizio di Serie B – gli stessi di tutto lo scorso torneo – un interrogativo lo pongono anche su questo aspetto. Ma i disagi riguardano soprattutto l’area circostante e i nodi - viabilità, afflusso allo stadio e ai servizi nei paraggi - che ogni catanzarese conosce benissimo.

Strade e parcheggi sono scarsi. Nei giorni delle partite la zona è bloccata: i cancelli del prefiltraggio chiudono completamente via Paglia, i sensi di marcia (via Cortese, via Schipani, via Madonna dei cieli e Giovanni XXIII) cambiano, il traffico è perenne, perché oltre ai tifosi c’è l’ospedale “Pugliese” a due passi. Per non parlare di quando c’è il mercatino rionale il sabato: non a caso col Parma si giocherà domenica.

Prima della gara in campo neutro a Lecce il presidente Noto aveva illustrato per l’ennesima volta la sua posizione, assolutamente favorevole a un nuovo impianto: «Secondo me lo stadio, dal punto di vista logistico, lì dov’è ubicato, non va bene. Negli anni 70 i criteri infrastrutturali riguardavano l’interno del suo perimetro, poi hanno guardato all’esterno, tant’è vero che in città alcuni cancelli sono in mezzo alla strada e le capacità di deflusso sono proporzionate al numero di spettatori. Un esempio banale: l’area attuale non basterebbe per un “Ceravolo” da 30mila persone. È vero che ci sono città con lo stadio in centro, ma hanno pure più vie di penetrazione, da noi invece il 70% del pubblico entra da piazza Martiri ungheresi. Ai Distinti - aveva aggiunto - dobbiamo aprire le porte dopo l’ingresso degli autobus delle squadre. Non c’è una soluzione per risolvere questi problemi e rifare le curve più vicine al campo non basterebbe».

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