Nell’eterno dibattito stadio in centro o fuori dice di non poter prendere posizione: «Sono il sindaco e non posso ragionare su ciò che preferirei, devo capire cosa è utile e fattibile. Utile alla società e alla città, perché il calcio serve a Catanzaro per tanti motivi, anche in termini di economia. E fattibile per capire cosa si possa fare con 6 milioni di euro».
Nicola Fiorita ritorna sulla questione “Ceravolo”, sulle possibilità più immediate e realistiche di una ristrutturazione, magari da affiancare in futuro a una bretella stradale di collegamento fra Siano e la curva “Mammì”, che decongestionerebbe la viabilità nei giorni di gara, ma sarebbe importantissima anche in tutti gli altri (per l’ospedale, il Tribunale per i minori, il cimitero). Senza escludere l’ipotesi di un nuovo impianto, per cui i progettisti del Psc dovranno valutare l’esistenza di un’area adeguata, ma sul quale pesa più di ogni altra cosa il fatto che «il pubblico non può permettersi di finanziare uno stadio nuovo». I motivi? Almeno 25 milioni (di euro), perché non costerebbe meno e una pubblica amministrazione dove andrebbe a prenderli...
«Col post su Facebook di giovedì volevamo far capire a una città che vive di calcio che l’amministrazione continua a vedere nello stadio una priorità e ha un’idea di massima che dovrà poi essere concretizzata quando affideremo la progettazione», sottolinea Fiorita: «Con i 3 milioni di euro della prima tranche del finanziamento riteniamo di aver fatto un ottimo lavoro e in tempi record. Sapendo che ci sarà una seconda tranche (da 6 milioni, ndc), e avendo la massima fiducia nei presidenti Occhiuto e Mancuso, con i quali c’è stata pure qualche interlocuzione sull’erogazione dei fondi che potrebbe avvenire presto, avvieremmo per tempo la programmazione tenendo sempre presente che bisogna mantenere l’armonia con il Catanzaro».
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