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Catanzaro, i penalisti e la questione carceraria: focus sulla rieducazione dei detenuti

La Camera penale “Cantafora” in visita alla casa circondariale del capoluogo

La Camera penale “Alfredo Cantafora” di Catanzaro è tornata, per la seconda volta in poche settimane, a visitare il carcere del capoluogo di regione. I penalisti del Foro catanzarese, guidati dal presidente della Camera penale, Francesco Iacopino, lo hanno fatto, questa volta, assieme ai rappresentanti dell’associazione “Nessuno tocchi Caino”. L’iniziativa s’inquadra nel più ampio ambito delle attività poste in essere dai penalisti per accendere i riflettori sui temi della giustizia, del valore rieducativo della pena, della difesa dei diritti dei detenuti, della difesa della presunzione d’innocenza quale valore costituzionalmente riconosciuto e socialmente imprescindibile: «Credo che la questione carceraria vada posta al centro delle iniziative politiche, giudiziarie e forensi – ha spiegato il presidente Iacopino –. Abbiamo un carcere con diverse tipologie di utenza, ognuna con i propri problemi. Però, la popolazione carceraria che abita la media sicurezza, i cosiddetti detenuti “comuni” e le ali psichiatriche ci dimostrano che oggi il carcere è diventato un centro di raccolta differenziata degli “scarti sociali”. Dico allora che non possiamo relegare al carcere la capacità di gestire le disuguaglianze sociali e le periferie esistenziali. Questo è un problema serio che va posto al centro del dibattito, bisogna evitare che le logiche del “buttare via la chiave” possano essere la risposta alla domanda di sicurezza sociale: non può essere questa la ricetta, ma bisogna farsi politicamente carico dei problemi e delle disuguaglianze».

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