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Catanzaro, caro mensa: monta la protesta. Petizione online con 700 firme già raccolte

Le tariffe per singolo pasto sono aumentate da 3,93 euro a 5 euro. Alcuni genitori hanno promosso una petizione online che ha già raccolto 700 firme Si chiede più attenzione alla qualità del cibo dato a scuola e sconti per chi ha più figli

Se si facesse un sondaggio in queste ore a Catanzaro, le parole più di tendenza sarebbero “mensa scolastica”: un servizio importante, soprattutto per i papà e le mamme che lavorano anche nel primo pomeriggio ma, ultimamente, divenuto un vero e proprio incubo per i genitori. Il maggiore elemento di discussione è l’aumento del costo del singolo pasto, passato da 3,93 euro a 5 euro, in vista della ripartenza del servizio previsto per il 2 ottobre.
Sono insorte le polemiche sui social. Nelle scorse ore, è stata lanciata in merito anche una petizione online da parte dei genitori dell'istituto comprensivo “Casalinuovo-Catanzaro Sud” che ha raggiunto in meno di un giorno quasi 700 firme. A dire la loro sono anche i nuclei familiari dell'istituto “Patari-Rodari”. Per Ilaria e Valeria, che hanno i loro figli alla scuola primaria e sono portavoce del sentire comune della maggior parte delle mamme, «occorre garantire delle agevolazioni in base alla condizione economica di ogni nucleo familiare, desumibile dall'ISEE, e prevedere sconti per chi ha più figli».

Quello che già accade nel comune di Lamezia Terme con la stessa ditta, la Scamar, che ha vinto l'appalto di erogazione anche per Catanzaro: nella tabella consultabile sul sito dell'amministrazione comunale lametina si evince, prima di tutto, un costo del pasto pari a 2,40 euro per chi ha un ISEE superiore a 15mila euro; per importi inferiori, invece, oltre a diminuire il costo base, è prevista anche una riduzione del 20% e del 25%, rispettivamente per il secondo e terzo figlio.
«Inoltre – aggiungono – bisognerebbe anche dare la possibilità di poter portare il pasto da casa, come alternativa all'eccessivo costo e considerato che ci sono bambini che in alcuni giorni non mangiano nulla e arrivano a casa praticamente digiuni».

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