Ha chiesto e ottenuto di patteggiare Cesare Curcio, 58 anni, di Catanzaro, accusato di induzione, favoreggiamento e sfruttamento tentato e consumato alla prostituzione. L’uomo, destinatario nel mese di giugno di una misura cautelare agli arresti domiciliari emessa dal gip Chiara Esposito su richiesta dei sostituti procuratori Saverio Sapia e Stefania Caldarelli, ha patteggiato la pena a due anni di reclusione. Già dal mese di agosto comunque l’uomo era tornato in libertà.
Gli investigatori hanno utilizzato servizi di osservazione, controllo e pedinamento, nonché attività intercettiva per ricostruire le attività illecite. Sarebbe così emerso che l’indagato avrebbe svolto il ruolo di intermediazione per favorire attività di meretricio nel centro cittadino. Il suo negozio da barbiere sarebbe stato la base operativa nella quale individuare i potenziali clienti da far incontrare, in un appartamento, con le donne, alcune delle quali rimaste probabilmente “intrappolate” nel giro per ragioni economiche. Emerge dalla vicenda uno scenario rilevante dal punto di vista giudiziario ma anche preoccupante dal punto di vista sociale data la condizione di necessità nella quale, stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, si sarebbero trovate alcune donne. Non sarebbe emerso al momento un atteggiamento “costrittivo” verso le persone coinvolte nel giro ma solo il presunto tentativo (oltre al favoreggiamento) di sfruttare la situazione per ottenere favori da parte dei clienti di volta in volta individuati. Una delle donne chiamata a sommarie informazioni ha raccontato di essersi prostituita con l’aiuto di Curcio. L’uomo l’avrebbe indotta nel corso degli ultimi sei anni a stare con circa dieci uomini diversi, i quali si alternavano nei continui appuntamenti con cadenza bisettimanale.
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