Hanno sollevato un polverone le parole del vescovo della Diocesi di Mileto, mons. Attilio Nostro, che, al termine della celebrazione eucaristica, in occasione della festa della Madonna del Rosario, domenica scorsa, nella città capoluogo, ha invitato a sottoscrivere la proposta al parlamento che concerne l’obbligatorietà, per i medici dei consultori, di far udire il battito del feto alle donne che si apprestano a praticare l’aborto. Parole che hanno alzato il livello della tensione.
Prima è intervenuta Teresa Esposito, coordinatrice delle donne democratiche, poi, nella giornata di ieri, è stata la volta di Loredana Pilegi, consigliera comunale e consigliera regionale Pari opportunità: «In una tiepida giornata di ottobre – ha ironizzato – sbarca a Vibo il movimento “pro vita e famiglia” sotto forma di un innocente banchetto, davanti ad una chiesa, per la raccolta delle firme, che vuole far sentire il battito cardiaco del feto, alle donne che hanno già deciso di abortire; il mentore di questa agghiacciante proposta ha gli occhi azzurri e il sorriso aperto del vescovo Nostro, che invita la gente a firmare per una modifica di legge, che prevederebbe l’introduzione obbligatoria di questo, nella legge 194 sull’aborto. Come dire, un distillato di cattiveria pura, con lo stato che la fa da protagonista , con il ruolo di torturatore». E ancora: «La mia generazione ha fatto battaglie epocali su questo – ha proseguito – per l’autodeterminazione della donna sul proprio corpo, e perché l’aborto avvenisse in ambiente sanitario sicuro». Poi la stoccata alla Chiesa: «L’aborto – ha precisato Loredana Pilegi – è una questione centrale, un campo di battaglia nel quale la chiesa tenta di introdursi da sempre con forti ingerenze politiche».
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