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Mensa scolastica a Catanzaro: si intravedono spiragli

Il rimpallo tra istituti e Comune ha inasprito i toni sul rincaro dei pasti

C’è un punto chiaro e fermo nella vicenda che riguarda le mense scolastiche. A metterlo è stata l’Asp di Catanzaro in risposta ad una precisa interrogazione di Maria Antonietta Crea, dirigente di dell’Ic “Vivaldi”, nel quartiere marinaro, che, il 4 ottobre scorso, aveva chiesto un parere su chi dovesse autorizzare gli alunni a consumare pasti portati da casa anziché usufruire del servizio a pagamento «viste le problematiche e le varie difficoltà palesati dai genitori ad usufruire del servizio mensa organizzato dal Comune di Catanzaro. La richiesta urgente nasce da un problema meramente economico palesato dalle famiglie».

Nel rispondere, l’Asp richiama e ribadisce la validità della nota inviata agli istituti scolastici già nel gennaio del 2019 quando, a medesima richiesta dei dirigenti scolastici, scriveva: «Ormai da alcuni anni, puntualmente ad ogni inizio dell'anno scolastico si ripresenta la problematica sul tema del servizio mensa, sollevata da genitori e dirigenti scolastici, in merito alla possibilità del consumo presso le strutture scolastiche, di pasti portati da casa individualmente in alternativa alla refezione scolastica comunale[…] Gli ultimi sviluppi giudiziari e le conseguenti determinazioni del Miur fanno espressamente riferimento alla necessità, da parte delle istituzioni scolastiche, nell’ambito della loro autonomia e discrezionalità, di valutare, per gli aspetti di competenza, le soluzioni idonee a garantire la fruizione del pasto domestico e l’erogazione del servizio mensa, assicurando la tutela delle condizioni igienico sanitarie e il diritto alla salute».

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