Caro mensa a Catanzaro, confronto sui ristori

Poco più di 50mila euro, 51.500 per la precisione, da utilizzare quale contributo a ristoro dell’acquisto del buono pasto per il servizio mensa. L’amministrazione comunale lavora alla variazione di bilancio da portare in aula quanto prima - ieri è stata vagliata in commissione Bilancio -, al fine di prevedere una serie di risorse in entrate ma, in particolare, di poter mettere mano al portafogli per andare incontro a quelle famiglie che più hanno bisogno a fronte dei rincari del servizio. Una misura che probabilmente non basterà vista l’ampia platea dei potenziali aventi diritto. Ma per l’assessore alla Pubblica istruzione, Nunzio Belcaro, si tratta comunque di un primo passo concreto per realizzare quella politica dei ristori, per gli Isee tra 2001 e 15mila euro, che vedrà applicare uno sconto (appunto sotto forma di ristoro) del 20% sul costo del buono pasto per il secondo figlio «e almeno del 50% per il terzo» spiega ancora Belcaro alla Gazzetta del Sud. L’intenzione è anche quella di verificare in maniera puntuale la dotazione finanziaria e le richieste che arriveranno, al fine di considerare la possibilità di ampliare il bacino dei beneficiari. A mancare in questa fase è almeno una fascia intermedia tra i nuclei esentati dal pagamento e quelli che hanno diritto ai ristori. Un aspetto che Belcaro attribuisce alla mancanza di risorse adeguate nelle casse comunali: «Non intendo dare colpe al passato ma quando c’era una congiuntura favorevole e il costo dei buoni pasto non era così elevato, forse si è pensato che non fosse così indispensabile prevedere dei fondi di emergenza. Ora guardiamo al futuro, per questo stiamo programmando di stanziare risorse per gli anni a venire, in modo da poter dare risposte alle tante necessità della popolazione scolastica di nostra competenza».