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Vibo, l’autunno caldo delle scuole: la protesta degli studenti del liceo Capialbi. “Sbattuti a chilometri di distanza, ma non siamo pacchi”

Manifestazione davanti alla Prefettura. I lavori di adeguameto sismico nell’istituto di via Santa Ruba mettono a rischio il diritto allo studio di centinaia di studenti

Da un lato il problema del dimensionamento scolastico che riguarda anche la città di Vibo e numerosi comuni della provincia, dall’altro la vibrante protesta degli studenti del Liceo "Vito Capialbi" davanti alla prefettura.
Autunno caldissimo sul fronte scuola. Centinaia di studenti dell’istituto diretto da Antonello Scalamandrè hanno deciso di protestare questa mattina davanti alla sede dell’ufficio territoriale del governo. Un dissenso che scaturisce dai lavori di adeguamento sismico programmati e che rischiano di disgregare la scuola di via Santa Ruba in più sedi. Non vogliono essere sbattuti a chilometri di distanza in altre sedi. Ecco allora le voci delle rappresentanti d’istituto Angelica Soriano e Giada Belvedere e della docente Donatella Bruni.

“Siamo qui per manifestare i nostri diritti – affermano le rappresentanti d’istituto Angelica Soriano e Giada Belvedere (con loro anche Noemi Puscas) – per il nostro diritto allo studio e per essere ascoltati. Il cuore del problema è l’allocazione delle aule che dovranno essere spostate dalla sede centrale e anche la sicurezza della centrale stessa perché non ci hanno assicurato la sicurezza per le classi che continueranno a fare lezione lì. In più c’è stato imposto un inizio dei lavori a settembre, il preside aveva chiesto delle soluzioni prima di iniziare la scuola già da inizio giugno. Ma la risposta è arrivata solamente a settembre con un’imposizione e con l’impossibilità di dialogo”.
Donatella Bruni: “Supportiamo la protesta organizzata dagli studenti del nostro liceo. C’è un problema molto serio che riguarda la nostra scuola. Dal mese di luglio c’è una fitta corrispondenza tra il nostro dirigente e l’amministrazione provinciale per quel che concerne i lavori di adeguamento sismico. Sono lavori molto invasivi, che riguarderanno la demolizione di intere pareti. Questo mentre le altre parti dell’edificio dovranno continuare le lezioni. E’ stato chiesta più volte la convocazione di un tavolo tecnico per ragionare di questa convivenza tra il cantiere e le lezioni, ma il nostro dirigente non è stato ascoltato. C’è poi il problema di allocazione delle classi perché alcune dovranno essere spostate e al momento le proposte dell’amministrazione provinciale sono per noi inaccettabili. Addirittura cinque classi dovranno andare ad oltre 3 km dalla sede centrale nella zona in cui oggi ci sono gli istituti tecnici e professionali. C’è un problema di sicurezza e vigilanza e anche per noi docenti sarebbe un problema fare kilometri e spostarci tra una lezione e l’altra”.
Dalla protesta di oggi in prefettura è emersa la volontà di arrivare quantomeno ad un dialogo da parte del Prefetto che ha convocato un’apposita riunione tra le parti per mercoledì 18 ottobre. Quel famoso tavolo tecnico tanto auspicato dal Liceo Capialbi e al quale ora chiedono formalmente di poter partecipare anche gli studenti con la presenza dei rappresentanti d’istituto.

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