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Quando anche la “salute” a Vibo è un affare di burocrazia

L’odissea di un 59enne affetto da algodistrofia “ostaggio” di una pratica di invalidità

Avere problemi di salute non è abbastanza. Non lo è quando i conti al “tavolo” vanno fatti con la burocrazia. Quelli delle carte, delle visite, dei rinvii, dei silenzi e dei ritardi. Così accade che a Vibo presentare un’istanza all’Inps diventi un calvario per un uomo affetto da diverse patologie. Un peggioramento, quindi, la necessità di presentare domanda per avere assicurato ciò che è un diritto. Perché se stai male, se c’è un aggravamento è questo che prevede la legge.
Sed lex dura lex? Anche no. E per questo, proprio in nome di di un diritto, il 59enne vibonese ha deciso di rivolgersi ai carabinieri e mettere nero su bianco quello che appare come un paradosso. Un racconto che inizia dalle due visite effettuate presso l’Inps nel corso dell’anno. «La prima volta a febbraio» a “pesare” l’errore del patronato «che aveva inviato come nuova la domanda» e per cui la Commissione «non ha voluto considerare nonostante le mie rimostranze – spiega – e i verbali precedenti portati con me, che già in precedenti circostanze avevo svolto delle visite presso la sede Inps». Dunque, prosegue «non si è voluto prendere in considerazione l’aggravamento derivante dagli effetti post-trombotici e post-flebitici che avrebbe comportato un innalzamento dell’handicap». A sostegno di questo la documentazione medica e i piani terapeutici.

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