Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

'Ndrangheta a Filandari, decisione della Cassazione: rimane libero Francesco Parrotta

Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza del Tribunale del riesame di Catanzaro, emessa nell’ambito del procedimento “Nemea”, che aveva disposto il ripristino della custodia cautelare in carcere nei confronti di Francesco Parrotta , difeso dall’avvocato Giovanni Vecchio del Foro di Vibo Valentia.
Francesco Parrotta era stato arrestato nel marzo 2018 in esecuzione del fermo disposto dalla D.D.A. di Catanzaro nell’ambito del procedimento “Nemea”.
Nel giugno del 2021 vi era stata la prima scarcerazione del Parrotta per scadenza dei termini di fase in accoglimento di un’istanza difensiva. A distanza di pochi giorni, tuttavia, la Corte d’Appello di Catanzaro aveva nuovamente disposto, su richiesta della locale Procura Antimafia, la custodia in carcere dell’imputato con riferimento a un’accusa di narcotraffico (art. 74 Testo Unico Stupefacenti) per cui lo stesso non era mai stato precedentemente cautelato.
Avverso tale decisione la difesa del Parrotta aveva proposto istanza di riesame per ottenere la retrodatazione della seconda misura cautelare alla precedente e il Tribunale della libertà di Catanzaro, accogliendo tali rilievi, aveva scarcerato l’imputato. La Procura Generale di Catanzaro, tuttavia, aveva interposto ricorso per Cassazione avverso tale decisione, valutando errate le modalità di computo dei termini fatte dal Tribunale del riesame. Tale ricorso era stato accolto dalla Corte di legittimità e il Tribunale del riesame di Catanzaro, nel successivo giudizio di rinvio, aveva ripristinato la carcerazione.
In seguito, la difesa di Francesco Parrotta ha proposto una nuova istanza di scarcerazione per decorrenza dei termini di fase nel giudizio d’appello, motivata dall’inapplicabilità al predetto dell’ordinanza di sospensione dei termini di custodia cautelare resa dalla Corte d’Appello di Catanzaro nel periodo in cui lo stesso era libero. Tale istanza era stata accolta dalla Corte catanzarese, la quale ha disposto una nuova scarcerazione dell’imputato. Avverso tale decisione, tuttavia, la Procura Generale aveva proposto appello innanzi al Tribunale del riesame, che aveva accolto tali rilievi evidenziando che la sospensione dei termini di custodia cautelare determinata dalla difficoltà del dibattimento fa astrazione dalle posizioni dei singoli imputati e, quindi, doveva ritenersi applicabile a tutti.
Quest’ultima ordinanza è stata, tuttavia, ricorsa dalla difesa di Francesco Parrotta (avvocati Giovanni Vecchio e Bruno Vallelunga) sul presupposto che un’ordinanza di sospensione dei termini di custodia cautelare è un provvedimento che incide, limitandola, sulla libertà personale, sicché la stessa non può che produrre effetti che nei confronti dei soggetti che ne sono i destinatari. E a riprova di quanto sostenuto si è richiamata l’appellabilità di un simile provvedimento innanzi al Tribunale del riesame evidenziando come tale possibilità, nel caso di specie, fosse stata preclusa al signor Parrotta poiché lo stesso, essendo libero in quel momento, non poteva dirsi legittimato a proporre tale impugnazione non avendo alcun interesse concreto.
La Corte di Cassazione ha accolto il motivo di ricorso presentato dalla difesa annullando senza rinvio l’ordinanza del Tribunale del riesame di Catanzaro. Parrotta Francesco rimane, così, in libertà in attesa della conclusione del processo a suo carico.

Caricamento commenti

Commenta la notizia